Una scoperta definita il “Santo Graal” della ricerca sulla fertilità potrebbe cambiare per sempre il modo in cui pensiamo al concepimento. La possibilità di creare un bambino a partire da una sola persona, grazie a sperma e ovuli coltivati in laboratorio, apre scenari che sembravano fantascientifici fino a pochi anni fa. Questa tecnologia, che sfrutta cellule staminali o cellule cutanee geneticamente riprogrammate, potrebbe presto rendere realtà ciò che finora era solo immaginazione.

Concepire da soli: la scienza dietro l’innovazione
Il cuore della rivoluzione sta nei gameti in vitro (IVG), ovuli e spermatozoi creati artificialmente a partire da cellule del corpo. Questa tecnica consentirebbe a una sola persona di fornire entrambi i materiali necessari alla creazione di un embrione. Inoltre, rappresenterebbe una svolta epocale per le coppie dello stesso sesso, permettendo loro di avere figli biologici condivisi, e rimuoverebbe limiti di età per chi desidera diventare genitore.
Gli IVG sono stati definiti il “Santo Graal” della fertilità non solo per la loro potenzialità rivoluzionaria, ma anche per il loro impatto sulle tecniche di procreazione assistita. Secondo i dirigenti della Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA), questa tecnologia potrebbe essere disponibile entro pochi anni, con investimenti significativi provenienti da Silicon Valley per accelerare i progressi.
Opportunità e rischi della genitorialità “individuale”
Nonostante le promesse, gli esperti avvertono che l’uso di IVG per creare un bambino da una sola persona comporta rischi genetici significativi. Quando un bambino eredita materiale genetico da due genitori, ci sono due copie di ogni gene, offrendo una “riserva” protettiva in caso di mutazioni. Nel caso in cui una sola persona fornisca sia ovulo che sperma, questa protezione viene meno, aumentando il rischio di malattie genetiche.
Frances Flinter, professoressa emerita di genetica clinica al King’s College di Londra, ha evidenziato questa problematica, paragonandola a un “estremo estremo dell’incesto”. Il direttore dell’HFEA, Peter Thompson, ha inoltre ribadito che l’uso biologicamente pericoloso degli IVG nei trattamenti dovrebbe essere categoricamente vietato.
Un futuro da film di fantascienza?
Le implicazioni etiche e sociali di questa tecnologia hanno lasciato gli esperti stupiti. La presidente dell’HFEA, Julia Chain, ha sottolineato la portata straordinaria di questi progressi, affermando: “Sembra che dovremmo avere Steven Spielberg in questo comitato”. Tuttavia, oltre all’entusiasmo, resta la necessità di regolamentare rigorosamente l’utilizzo di queste tecnologie per evitare rischi biologici e implicazioni morali.
Nuove frontiere della fertilità
Gli IVG potrebbero rappresentare una svolta anche per trattamenti della fertilità più tradizionali. Secondo Peter Thompson, questa tecnologia potrebbe offrire nuove speranze a uomini con basso numero di spermatozoi e donne con una ridotta riserva ovarica, ampliando le possibilità per chi oggi incontra difficoltà nel concepimento.
Conclusione
L’avvento dei gameti in vitro potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui pensiamo alla procreazione e alla genitorialità. Tuttavia, tra le straordinarie opportunità e i potenziali rischi, è essenziale un dibattito pubblico e una rigorosa supervisione scientifica per garantire che il progresso sia accompagnato da sicurezza ed etica.