Cosa c’è di vero dietro la leggenda degli alberi colossali che avrebbero toccato il cielo?
Tra le teorie alternative che circolano sul web, una delle più affascinanti – e controverse – è quella degli “alberi giganti” della Terra primordiale. Secondo questa ipotesi, il nostro pianeta sarebbe stato un tempo popolato da alberi di dimensioni titaniche, così alti da superare di gran lunga le moderne sequoie (che raggiungono i 115 metri). Alcuni sostenitori suggeriscono addirittura altezze di diversi chilometri.

Le basi della teoria: formazioni geologiche o tronchi fossili?
L’idea si basa su osservazioni di formazioni naturali particolari, come mesas (altopiani con sommità piatta) e grandi montagne isolate. Una delle strutture più citate è la Devils Tower nel Wyoming, USA: un’enorme formazione rocciosa con pareti colonnari verticali che, a un primo sguardo, ricordano un gigantesco tronco tagliato. Alcuni ritengono che si tratti dei resti fossili di alberi abbattuti milioni di anni fa.
Tuttavia, la geologia moderna spiega queste formazioni con fenomeni ben noti: il raffreddamento e la contrazione di magma basaltico o andesitico, che genera colonne esagonali o pentagonali tipiche delle strutture ignee intrusive. Come sottolinea l’U.S. National Park Service, il Devils Tower è il risultato di un processo naturale durato milioni di anni, non un tronco pietrificato.
Nessuna prova nel record fossile
A oggi, nessuna scoperta paleontologica conferma l’esistenza di alberi di dimensioni paragonabili a quelli ipotizzati. I lepidodendri – le piante più grandi dell’era paleozoica – raggiungevano circa 30-40 metri nel periodo Carbonifero, secondo studi pubblicati sul Journal of Paleobotany. Una misura imponente, ma distante anni luce dalla scala mitica proposta dalla teoria.
Miti, simbolismi e desiderio di meraviglia
Nonostante l’assenza di basi scientifiche, la teoria degli alberi giganti continua ad affascinare. Il motivo potrebbe risiedere nel suo richiamo ai miti antichi, come l’Yggdrasil della mitologia norrena o gli Alberi del Mondo presenti in varie culture, simboli dell’unione tra cielo, terra e oltremondo.
Questa narrazione moderna riflette un bisogno umano profondo: ritrovare meraviglia e connessione con la natura. Come spiega lo psicologo Jung, gli archetipi legati all’albero rappresentano la crescita, la conoscenza e l’equilibrio tra il visibile e l’invisibile.
Conclusione
La teoria degli alberi giganti, pur priva di fondamento scientifico, continua a stimolare immaginazione, curiosità e fascino mitologico. Più che una realtà fisica, sembra rappresentare un simbolo collettivo del nostro desiderio di esplorare le radici del tempo e i misteri della Terra.
In un’epoca dominata dalla razionalità, queste storie ci ricordano che il passato – reale o immaginato – ha ancora molto da insegnarci sulla nostra sete di meraviglia.