Lady Diana, l’auto su cui morì era un rottame da rottamare

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Nonostante siano passati ormai due decenni, il suo ricordo è vivo nel cuore di tutti i suoi sudditi e della sua famiglia: in una recentissima intervista suo figlio, William D’Inghilterra, futuro erede al trono, ha confessato il suo enorme dispiacere nel sapere che sua madre non potrà mai abbracciare i suoi bambini.

Ma a tanti anni dalla sua tragica ed inspiegabile scomparsa non si placano neppure le polemiche e le teorie complottistiche di quanti pensano che la morte di Diana Spencer non sia stato un incidente, ma vi sia ancora molto di insondato e di insabbiato.

Il settimanale Oggi ha pubblicato in esclusiva l’ultima ricostruzione dell’incidente costato la vita a Diana d’Inghilterra il 31 agosto 1997.

A differenza di quanti pensano che Lady D sia stata uccisa, non si trattò di un complotto ma di una serie di sfortunate coincidenze – scrive il settimanale – che ruotano attorno alle precarie condizioni della Mercedes S280 che finì contro il tredicesimo pilastro del tunnel de L’Alma a Parigi.

Quella macchina, riporta il giornale rifacendosi al lavoro investigativo di tre giornalisti francesi, non avrebbe dovuto circolare. Prima di finire alla società che la noleggiò all’Hotel Ritz era stata rubata e ritrovata con la carrozzeria sfasciata. Un generale della Gendarmerie ne ordinò la rottamazione. Il proprietario incassò il risarcimento ed era convinto fosse stata regolarmente demolita.

Pare addirittura che due mesi prima del dramma, un altro autista, Karim Kazi, mise in guardia il direttore del Ritz sulla pericolosità di quell’auto che guidava da circa un anno. Al principale, prima di lasciare il posto di lavoro, disse: «Bisogna liberarsene, oltre i 60 km/h non tiene» la strada.

Secondo questa versione, insomma, dietro alla morte di Lady Diana non ci sarebbero complotti o sabotaggi, piuttosto si sarebbe trattata di sfortuna: la principessa di Galles si trovava a bordo di un’auto pericolosa che non ha saputo reggere alla fuga dai paparazzi nel tunnel parigino, una fuga guidata da un autista che aveva nel sangue 1,81 grammi di alcol, ben oltre il consentito.

 

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