Nei nostri paesi, ricchi e industrializzati, abbiamo a che fare solo marginalmente con la povertà, e per nostra fortuna la maggior parte di noi non sa cosa vuol dire soffrire la fame.
Molto diversa è la situazione in molti paesi del mondo, quelli che comunemente vengono definiti “paesi del terzo mondo”, ma non solo: milioni di persone, tra cui tantissimi bambini, ogni giorno, in ogni parte del globo, muoiono di fame e sete, sovente nell’indifferenza generale.
I numeri lasciano senza fiato: ogni anno, nel mondo, circa 6 milioni di bambini muoiono prima di aver compito i 5 anni per cause facilmente curabili e prevenibili.
52 milioni di minori sotto i 5 anni in questo momento stanno soffrendo la carenza improvvisa di cibo e nutrienti, mentre ben 155 milioni sono malnutriti cronici e rischiano che le gravi conseguenze sul loro sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano sull’intero ciclo di vita.
Nei Paesi a medio e basso reddito, dicono i dati, 2 minori su 5 vivono in stato di povertà “multidimensionale”, cioè con forti deprivazioni dell’accesso al cibo, ai servizi igienico-sanitari e all’educazione, mentre nel Corno d’Africa e in Kenya, in seguito all’emergenza climatica El Niño, 7 milioni di bambini stanno ancora facendo i conti con la carenza d’acqua e di sostanze nutritive.
Tra i Paesi che riportano i tassi peggiori di malnutrizione c’è l’Eritrea, dove ne è colpito 1 bambino su 2 sotto i 5 anni, e l’India, dove la proporzione tocca quasi il 48%.
Ancora oggi al mondo sono 815 milioni le persone denutrite, più della metà (489 milioni) vivono in zone in cui si consumano conflitti. A pesare sul bilancio anche i cambiamenti climatici e la povertà.
Questi dati sono stati rivelati da Save the Children, che li ha diffuso in concomitanza con il lancio della campagna Fino all’ultimo bambino, una raccolta di fondi organizzata in collaborazione con il Comune di Milano e con Microsoft, che ha creato nella Microsoft House un percorso tematico (dal 12 al 17 ottobre) affinché i visitatori possano sperimentare le sensazioni provate da chi è malnutrito.