Mariano Apicella quella amicizia di vecchia data con Berlusconi

VEB

L’ex Premier Silvio Berlusconi, nella sua lunghissima carriera politica ma anche di imprenditore ricchissimo, è stato circondato da milioni di persone ma da pochissimi veri amici, che alla fine non gli hanno voltato le spalle quando la fortuna smetteva di girare nel verso giusto.

Tra gli amici si può annoverare senza dubbio il cantante Mariano Apicella che, in una recente intervista a Libero, ha espresso parole a dir poco riconoscenti verso l’uomo che gli ha cambiato la vita e che stima oltre ogni maldicenza.

Intercettato proprio nella villa di Berlusconi in Sardegna, Apicella ha esordito, smentendo praticamente se stesso e dando la colpa alla solita invidia della gente: “Per quel che mi riguarda, col Presidente, non s’è mai rotto nulla. Qui in Italia, quando Patrizio Oliva vinceva ogni incontro c’era gente che lo voleva morto. Invidia che ammazza”.

Lo chansonnier di Silvio è ancora un suo grande amico. “A luglio sono stato due settimane ad Arcore”.

Apicella ammette che il 27 maggio 2001 fu baciato dalla fortuna. “Sa che facevo il suo stesso lavoro?”, gli disse Berlusconi quando lo incontrò all’ascensore dell’Hotel Vesuvio. Lui lo sapeva, gli sorrise e tempo qualche minuto si ritrovò a suonare al suo tavolo. “Non ci siamo più lasciati”.

E a cuore aperto ammette: “Non ho rimpianti, rifarei tutto. Anche se la mia, per ovvie ragioni, è stata una carriera artistica anormale. Ma se non avessi incontrato Berlusconi, forse sarei morto suonando nei ristoranti”.

Mariano Apicella ha continuato l’intervista, ribadendo che Berlusconi ha davvero partecipato alla composizione di alcune delle sue canzoni: “Le mie canzoni le ha scritte davvero Berlusconi. Assolutamente. Componevamo alla Certosa, oppure a Macherio. Alle volte siamo andati a letto alle sei del mattino: fino a quando tutto non era come dicevamo noi, non si dormiva”.

Non manca di difendere il suo amico Berlusconi dalle accuse di organizzare festini hard: “Le notti ad Arcore? Roba normalissima. Quando sono andato a processo, i pm ci sono rimasti talmente male per quello che ho raccontato che mi hanno indagato per falsa testimonianza”.

Eppure, a quanto sembra, essere amico dell’ex premier ha anche i suoi lati negativi: “Quando Berlusconi era premier avevo molti più ostacoli nel mio lavoro. Berlusconi era presidente e non mi hanno fatto andare al Festival. Perché, secondo lei? Pure a Domenica In, mi facevano cantare all’una e venti, subito dopo il tg. Chi vuoi che ti ascolti?”.

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