Moedas, scienza messa in pericolo da estremismi e populismi

VEB

Scienza e futuro messi in pericolo dai populismi e dagli estremismi, a dirlo è il Commissario europeo alla ricerca Moedas.

C’è un nesso fra populismo da una parte e scienza e tecnica dall’altro? C’è, eccome.

In quest’epoca dove i populismi stanno riscuotendo successo in Europa e in mezzo mondo, il nesso esiste.

Prendiamo Trump, quando mette in discussione in maniera così cialtrona le evidenze scientifiche del surriscaldamento globale provocate dalla Co2.

O prendete la posizione del comico Beppe Grillo, diventato leader europeo dei populisti, quando consiglia di non vaccinarsi, anteponendo le proprie sballate idee etiche agli studi scientifici che hanno portato alla dovuta somministrazione dei vaccini. E si potrebbe continuare.

Ma soprattutto non abbiamo mai ascoltato un leader populista o estremista prendere posizione con nettezza a favore dei percorsi scientifici, in maniera laica, corretta.

E la ragione è la ragione. Vale a dire che quando si utilizza la ragione, la razionalità, il metodo di valutazione laico delle cose, non possono esistere né estremismi né populismi di sorta. E nemmeno ideologie perfette e comportamenti politicamente preconfezionati e indiscutibili.

Su questa linea, fortunatamente, il Commissario europeo alla ricerca Moedas, il quale così si è espresso da Bruxelles: “La crescita dei populismi e degli estremismi in Europa mette a rischio il futuro della scienza. I populisti pensano che la scienza non serva, che gli esperti siano inutili. Essi hanno una visione del mondo basata sulle emozioni”.

Moedas si è detto quindi preoccupato per il futuro dell’Europa e conseguentemente dei suoi figli. E ha aggiunto: ”Abbiamo sottostimato il nostro mondo e dato troppe volte per scontato il ruolo della scienza. Noi politici non siamo abbastanza forti, specie di questi tempi, per convincere le persone”.

“La gente non si fida più della politica, per questo ho bisogno di voi: uscite e difendete le vostre idee a testa alta. La scienza è un pilastro dell’Europa: abbiamo i migliori centri di ricerca e le migliori università del mondo. Ma il problema è creare un legame con la gente. Serve raccontare storie alle persone comuni, spiegare le conquiste concrete che la scienza può raggiungere: ad esempio, trovare una cura per l’Alzheimer o inventare batterie che durano di più”.

“Abbiamo bisogno di raccontare storie sulla scienza”. Tutto questo Moedas l’ha pronunciato in occasione della presentazione a Bruxelles di Starmus, un festival scientifico innovativo che celebra il legame fra scienza e musica.

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