Morbillo, record negativo per la copertura vaccinale in Italia

VEB

Negli ultimi mesi non si parla d’altro che di vaccini, ed in particolare dell’obbligo, approvato alla fine dello scorso anno, che prevede l’impossibilità di essere ammessi alla scuola primaria se non si è in regola con la copertura vaccinale.

Guardandoci intorno, ed in particolare ai paesi che fanno parte dell’Europa, si scopre che non in tutti i paesi è obbligatorio vaccinare i bambini che si iscrivono a scuola.

280 milioni di cittadini europei hanno infatti libertà di scelta informata sulla vaccinazione. Dipende dalle diverse scelte di politica pubblica: per esempio la vaccinazione è obbligatoria per la polio in Germania, Francia e Italia e raccomandata in Svezia. E’ obbligatoria per la pertosse in Polonia e “solo” raccomandata in gran parte d’Europa, come nel Regno Unito, dove non esiste obbligo.

In Europa le principali vaccinazioni sono obbligatorie ad esempio in Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Grecia, Italia , Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria così come nei Paesi candidati membri Macedonia, Montenegro, Serbia ed altri. Nel mondo la Francia è al primo posto per dubbi sulla sicurezza.

Il vero obiettivo è il tasso di copertura della popolazione, cioè la capacità da parte dello Stato di convincere i propri cittadini informandoli.

Purtroppo in Italia abbiamo raggiunto un altro, l’ennesimo, record negativo: il nostro Paese è all’ultimo posto per i vaccini obbligatori in Europa.

A preoccupare, secondo i dati Ocse, è soprattutto l’allarme morbillo, con un boom di contagi nel 2017: oltre 5mila casi (dei quali 4 mortali), un dato quasi sei volte superiore a quello registrato nel 2016 (843).

Il tasso di vaccinazione dei bambini italiani contro difterite-tetano-pertosse nel 2015 si è attestato al 93%, livello che può apparire alto ma che comunque ci relega all’ultimo posto della zona, insieme all’Estonia. Irlanda, Olanda e Slovenia si fermano al 95%; Germania e Slovacchia stanno al 96%; Finlandia e Spagna al 97%; Austria, Portogallo e Francia al 98%; Belgio, Lussemburgo e Grecia al 99%.

Morbillo, record negativo per la copertura vaccinale in Italia

Sempre per quanto riguarda il morbillo, con un tasso di vaccini all’85% nel 2015, il nostro Paese è infatti all’ultimo posto di Eurolandia, con un differenziale di 6 punti rispetto alla Francia, al penultimo posto con un tasso di vaccinazione anti-morbillo al 91%. Risalendo la classifica di Eurolandia troviamo Estonia e Irlanda con il 93%; la Slovenia (94%); Finlandia, Slovacchia e Olanda (95%); Austria, Belgio e Spagna al (96%); Germania e Grecia al (97%); Portogallo (98%) ed infine il Lussemburgo (99%).

“Il morbillo continua a diffondersi in tutta Europa poiché la copertura vaccinale in molti paesi Ue non è ottimale. La copertura vaccinale nel 2015-2016 per la seconda dose di vaccino contenente morbillo era inferiore al 95% in venti paesi su 27”, avvertono dall’Ocse, concludendo che “se l’obiettivo di eliminazione deve essere raggiunto, i tassi di copertura vaccinale per i bambini oggetto di programmi di vaccinazione di routine dovrebbero aumentare a ritmi più sostenuti in diversi paesi con un tasso di copertura con la seconda dose pari almeno al 95%”.

Ricordiamo che proprio nei giorni scorsi la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica, aperta fino al 15 marzo, in cui invita cittadini, amministrazioni, associazioni di esprimere il loro punto di vista su questo argomento, ponendo l’accento sul tema della comunicazione sui vaccini, che infiamma sempre di più.

L’ultimo caso è quello del convegno dell’Ordine nazionale dei biologi del 2 marzo, che propone nel suo programma diversi relatori dalle posizioni ‘no-vax’. Un evento che ha avuto eco anche sul ‘British Medical Journal’ e che ha suscitato le critiche della Federazione degli ordini dei medici, del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e del mondo scientifico, con tanto di petizione online di gruppo di direttori di dipartimento di area biologica delle università italiane.

L’idea è di elaborare un piano di azione congiunto tra gli stati membri dell’Ue e la Commissione e una proposta di raccomandazione che sarà emanata entro la prima metà del 2018, in cui confluiranno anche i suggerimenti arrivati con la consultazione pubblica su come comunicare, migliorare la copertura e fronteggiare le carenze di scorte e paure sui vaccini.

Next Post

Embrioni, creato il primo ibrido uomo-pecora

Come ci dice la scienza, un embrione è il primo stadio dello sviluppo di un organismo eucariote diploide. La definizione di embrione varia a seconda degli organismi considerati, comunque appartenenti solamente a due regni dei viventi: animali e piante. Negli esseri umani l’uso del termine embrione viene posticipato dopo un certo numero di divisioni cellulari successive a quella dello zigote, fino alla […]
Obesita infantile quanto conta la percezione materna del corpo del bimbo