Nel corso del Medioevo in Europa, l’idea di streghe che sorvolavano il cielo su manici di scopa divenne un simbolo distintivo, nonostante le sue radici si trovino in epoche ben più vicine a noi.
Fu solo nel XV secolo che teologi, membri dell’inquisizione e figure di autorità laiche cominciarono a descrivere streghe in grado di volare su scope o bastoncini. La rappresentazione più antica nota di una strega in volo si data al 1451, immortalata nel “Difensore delle donne” di Martin Le Franc, poeta francese.
Durante quel periodo, le imputazioni di stregoneria erano frequentemente rivolte verso donne di estrazione sociale bassa, dettaglio che si riflette negli indumenti e negli oggetti raffigurati nell’illustrazione di Le Franc. La credenza nel volo delle streghe contribuì all’idea di raduni notturni, incrementando la percezione del pericolo che queste figure rappresentavano per la comunità cristiana.
Nonostante ciò, non tutti erano convinti della veridicità di questi racconti. Lo stesso Le Franc esprimeva dubbi, considerando chi ci credeva privo di “buon senso”. Tuttavia, le autorità potevano sentirsi minacciate anche solo dall’idea di tali pratiche, indipendentemente dalla loro effettiva credenza nella realtà dei voli stregoneschi.
Diversi documenti dell’epoca sostengono che le streghe potessero spostarsi ungendo i loro strumenti con un unguento speciale, soprattutto per partecipare a raduni notturni. Al contrario, altri testi mettevano in dubbio l’esistenza fisica di questi viaggi, ipotizzando che le presunte streghe fossero state ingannate da demoni che le facevano credere di aver volato.
Il dubbio sull’esistenza del volo stregato si radicava anche in una normativa ecclesiastica del X secolo che negava la possibilità di viaggiare su “certe bestie”. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che gli unguenti citati potessero avere effetti allucinogeni, sebbene riferimenti a tali esperienze siano rari nelle confessioni volontarie delle streghe imputate.
L’immaginario delle streghe aeree sembra essersi originato principalmente nelle menti delle autorità giuridiche e religiose che definirono e demonizzarono la stregoneria. Nonostante la fine della caccia alle streghe, l’iconografia della strega volante su un manico di scopa ha mantenuto il suo posto nella cultura popolare, simbolo duraturo del mito e del terrore che evocava un tempo.
