Perfect day, l’assurdità della guerra mostrata da De Aranoa

VEB

Proprio in questo periodo storico, dove in molte parti del mondo si combatte, e dove anche in Europa dilaga la paura assieme allo spirito di rivalsa contro i terroristici che hanno insanguinato la nostra terra, bisogna sottolineare, più forte che mai, che la guerra non è un’opzione, ma è la scelta più irrazionale e assurda da fare.

Al di là di ogni discorso nazionalista o predica pedagogica, un film, in uscita nei prossimi giorni nelle sale, ha come obiettivo proprio quello di dimostrare l’assurdità quotidiana della guerra, attraverso una pellicola comica, irriverente ma non meno veritiera.

Il regista spagnolo Fernando Léon De Aranoa con il film “Perfect day”, nei cinema dal 10 dicembre, mostra l’assurdità quotidiana di un conflitto. Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylenko, Mélanie Thierry, interpretano quattro operatori umanitari impegnati nei Balcani nel 1995: un compito apparentemente banale come estrarre un cadavere da un pozzo li mette di fronte a avversità che diventano insormontabili, di fronte alle loro debolezze, alle paure, alle nevrosi, ai dolori di chi è sopravvissuto ad un conflitto.

Dopo una rocambolesca serie di avventure, i quattro capiranno che si tratta di una missione più complicata del previsto, in un paese in cui anche trovare una corda può diventare un’impresa impossibile.

“Oggi si sa davvero molto poco di quello che fanno gli operatori umanitari e quello che sappiamo lo dobbiamo ai giornali e alle tv, ma non certo al cinema e ai romanzi”, ha spiegato all’HuffPost il regista che in questi giorni è a Roma per il suo tour promozionale. “La loro epica risiede proprio nella loro routine: sono persone che hanno un’importanza fondamentale e volevo mostrare come entrano nei conflitti, con forza e grande sense of humour. Quello che fanno è portare il buon senso tra le popolazioni locali e il loro eroismo consiste nell’andare avant”, ha aggiunto. “Ridere è per loro una maniera di reagire a tutte quelle brutture con cui sono a contatto ogni giorno, è una forma di autodifesa per allontanarsi da quell’orrore”.

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