Negli ultimi dieci anni, l’Unione Europea ha registrato una diminuzione significativa nei casi di suicidio, che hanno visto una flessione del 13,5%, equivalente a 7.371 decessi in meno rispetto al 2011, anno in cui sono iniziati i rilevamenti statistici da parte dell’UE.
Ciò ha portato il tasso di mortalità standardizzato a 10,2 persone ogni 100.000 nel 2020, in contrapposizione al 12,4 del 2011. In quell’anno, i decessi per autolesionismo hanno rappresentato lo 0,9% del totale dei decessi segnalati, sommando a 47.252 individui.
La disamina dei dati Eurostat sottolinea che la maggior parte dei suicidi è avvenuta tra la popolazione maschile, che ha registrato il 77,1% dei casi totali.
Analizzando i dati per nazione, nel 2020 la Lituania ha avuto il triste primato per il tasso di suicidi più elevato, con 21,3 decessi per 100.000 abitanti. A seguire, l’Ungheria con 17,1 e la Slovenia con 17,0. In contrasto, alcune nazioni hanno mostrato tassi molto più bassi, con Cipro che ha registrato solo 3,5 decessi per 100.000 persone, precedendo Malta e Grecia con un tasso di 4,0, l’Italia con 5,6 e la Slovacchia con 6,9.
Esaminando i dati a livello regionale, si nota che la Grande Pianura meridionale in Ungheria è la zona più colpita, con un tasso di 23,9 decessi per 100.000 abitanti. Le regioni successive in questa triste classifica sono le aree centrali e occidentali della Lituania e la Bassa Normandia in Francia.
Fortunatamente, ci sono regioni in cui il fenomeno è molto più contenuto. Mayotte in Francia, l’Egeo Settentrionale in Grecia e la Campania in Italia hanno mostrato i tassi più bassi, tutti sotto il valore di 3 decessi per 100.000 abitanti.
Questi dati vengono portati all’attenzione pubblica in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, che si celebra il 10 settembre, sottolineando l’importanza della consapevolezza e delle iniziative di prevenzione in questo ambito cruciale per la salute pubblica.