Raoul Bova ha evaso al Fisco 700 mila euro?

VEB

Settecento mila euro, mica bruscolini: pare che Roul Bova abbia evaso questa cifra all’erario italiano, e se il tribunale lo riconoscerà colpevole rischia addirittura il carcere.

La vicenda risale al quinquennio 2005-2010. All’icona sexy del cinema italiano viene contestato il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici, accusa appena meno grave dell’evasione fiscale. La somma che l’interprete del capitano “Ultimo” rischia di dover restituire al fisco, rispetto ai 680 mila euro ritenuti evasi, è di circa un milione e mezzo a causa degli interessi maturati nel corso degli anni.

Durante l’inchiesta, il gip aveva anche sollecitato il sequestro di beni immobili di Bova per un valore di quasi un milione e mezzo di euro, ma la Cassazione aveva poi annullato il provvedimento preventivo ed aveva disposto la riapertura delle indagini da parte del Riesame. Per Raoul Bova era giunto il rinvio a giudizio in quanto la documentazione presentata dalla sua società (della quale detiene il 20% delle quote, contro l’80% della sorella) era stata ritenuta non sufficiente.

Una richiesta ad un anno di carcere è stata quindi avanzata in queste ore davanti al giudice monocratico del tribunale della Capitale ed il processo vede imputate anche la sorella dell’attore, Daniela e la ex moglie Chiara Giordano.

 

Secondo la contestazione, Bova avrebbe trasferito alcune spese alla società che gestisce la sua immagine, la Sammarco Srl. Cedendo alcuni diritti sui film, avrebbe ottenuto così degli sgravi fiscali, pagando un’aliquota Iva più bassa.

Per la sorella è stata sollecitata una condanna a un anno e quattro mesi e per la ex moglie è stato chiesto un anno di carcere.

Un’accusa che contrasta notevolmente con l’immagine pubblica che l’attore ha sempre dato di se: impegnato da sempre sul fronte della legalità e la lotta alla criminalità organizzata, ha creato insieme al capitano Ultimo la Fondazione Capitano Ultimo Onlus che sostiene il Parco della Mistica, ed ha ricevuto la nomina ad Ambasciatore di buone volontà da parte della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

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