Mentre negli ultimi anni è stata segnalata una serie di trapianti di pene ben riusciti, quest’ultimo intervento è stato il primo a ricostruire lo scroto, rendendolo molto più complesso e costoso rispetto alle procedure precedenti. Il destinatario, che desidera rimanere anonimo, ha detto che “si è sentito finalmente più normale” al risveglio dall’operazione, il trapianto completo è radicalmente diverso dalle procedure attuali, che vengono spesso utilizzate nella chirurgia transgender o per il trattamento di anomalie congenite ed utilizzano la pelle del paziente per costruire un pene.
Nel corpo maschile, il pene è certamente tra gli organi più sensibili ed esposto anche a problematiche di vario genere e gravità.
Da un punto di vista clinico è formato da tre parti: la base, cioè la parte attaccata alla parete addominale, l’asta e il glande, cioè la sommità di forma conica.
L’apertura dell’uretra, il tubicino che consente il passaggio dello sperma e dell’urina, si trova sulla sommità del glande. L’asta del pene è di forma cilindrica ed è costituita da tre camere interne, fatte di tessuto spugnoso ed erettile. Il tessuto contiene migliaia di corpi cavernosi, cavità che si riempiono di sangue quando si è eccitati, e con l’afflusso del sangue il pene si irrigidisce: l’erezione permette la penetrazione durante i rapporti.
Per quanto riguarda le infezioni a cui può andare incontro, la balanite è un’infiammazione della pelle che copre la sommità del pene. Un disturbo simile è la balanopostite, cioè l’infiammazione del glande e del frenulo. L’infiammazione cronica del glande e del prepuzio può causare lesioni che a loro volta provocano il restringimento del prepuzio (fimosi) e dell’uretra (il tubicino che permette all’urina di fuoriuscire dalla vescica). L’infiammazione può anche far gonfiare il frenulo e provocare quindi lesioni al pene.
La candida è un’infezione micotica (da funghi) che colpisce molto più frequentemente le donne, ma può essere causa di disturbi anche nell’uomo; è causata da un microrganismo che è comunemente presente sulla pelle (candida albicans), ma che in determinate condizioni può prendere il sopravvento e causare fastidiosi sintomi.
Riuscito primo trapianto di pene e scroto
Il priapismo è un’erezione continua, spesso dolorosa, che può continuare per alcune ore o addirittura alcuni giorni. L’erezione in questo caso non è necessariamente connessa all’eccitazione e non viene meno a seguito dell’orgasmo. Si tratta di una condizione che deve essere gestita il prima possibile in ambiente ospedaliero, perchè se trascurata (per 24 ore o anche meno) può essere causa di danni permanenti, con possibile disfunzione erettile.
La fimosi è una condizione in cui il prepuzio (la pelle che ricopre l’asta del pene nella sua parte terminale) è talmente stretto che non è possibile ritrarlo per scoprire il glande. È molto comune tra i bambini, in cui è spesso congenita (ossia presente fin dalla nascita) e tende a risolversi spontaneamente nei primi anni di vita; è molto importante evitare di forzare il prepuzio, perchè farlo significa rischiare traumi dolorosi e inutili.
Il tumore del pene è invece una forma di cancro molto rara che si verifica quando cellule anomale presenti nel pene iniziano a dividersi e a proliferare in modo incontrollato. Colpisce in particolar modo uomini con più di 60 anni e, benchè rimanga poco diffuso, si è assistito negli ultimi decenni a un significativo aumento dei casi, forse da legare ai cambiamenti registrati in tema di pratiche e comportamenti sessuali.
A differenza di molti altri organi, anche complessi come cuore o reni, il pene, in caso di patologie molto gravi, non poteva essere trapiantato, almeno finora: è infatti appena arrivata notizia del primo trapianto al mondo di pene e scroto.
Un gruppo di medici della John Hopkins University del Maryland, negli Stati Uniti, ha realizzato il primo trapianto: l’operazione, effettuata il 26 marzo su un soldato reduce della guerra in Afghanistan, era stata annunciata qualche giorno fa ed è perfettamente riuscita. Il paziente aveva subito una “devastante ferita“, ma una volta completata la convalescenza “dovrebbe recuperare le funzioni sessuali e urinarie“, hanno riferito gli scienziati.
Sono stati eseguiti altri due trapianti di pene in passato, uno in Sud Africa nel 2014 e un altro al Massachusetts General Hospital di Boston nel 2016, ma quest’ultima operazione è stata la più complessa ed estesa fino a oggi. Mentre, infatti, gli altri due avevano coinvolto solo l’organo stesso, questo trapianto ha interessato anche lo scroto e parte del basso addome. Tanto che l’équipe di medici, composta da 9 chirurghi plastici e 2 chirurghi urologici, ha passato anni per prepararsi all’intervento chirurgico, esercitandosi su cadaveri e perfezionando le tecniche.
I testicoli del donatore tuttavia non sono stati trapiantati per ragioni etiche.