Ogni vita ha lo stesso valore delle altre e quindi nessun omicidio ha meno valore o è più “giustificabile” di altri.
O no? Quello che sta accadendo a Rozzano sembra contraddire il nostro assunto iniziale: il killer di un uomo di 63 anni ucciso nel pomeriggio di lunedì si è costituito, ma la folla lo ha accolto con un lungo applauso, osannando il suo gesto.
Cosa ha portato a tutto ciò?
A quanto pare, la vittima era indagata dalla Procura di Milano per presunti abusi sessuali su una nipote di pochi anni, mentre l’uomo che gli avrebbe sparato e che si è costituito ai carabinieri assieme a un complice era il padre della piccola ed ex marito della figlia della vittima, madre della bambina.
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L’uomo, di 34anni, è l’esecutore materiale dell’omicidio e si è presentato dai carabinieri con un amico, 27 anni, che guidava lo scooter con cui sono fuggiti. Entrambi sono stati fermati.
Dopo aver saputo che l’ex suocero era accusato di abusi e che la bambina era stata sentita in un’audizione protetta avrebbe deciso di uccidere il 63enne, padre della sua ex moglie.
Una volta che il movente è stato reso noto, una folla adunata dinanzi alla caserma ha accolto il reo confesso con urla di incitamento e persino baci, mentre su Facebook si sprecano i commenti: c’è chi vuole dargli una medaglia, in molti ne chiedono l’immediata scarcerazione mentre si leggono solo insulti per la vittima.
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