Il fallimento della Sonda Schiaparelli, sullo schianto gli italiani dell’ASI scaricano le responsabilità.
La colpa del recente schianto della sonda sul pianeta Marte è stata data dall’Agenzia Spaziale Europea, all’ASI, Agenzia Spaziale Italiana.
Ma Enrico Flamini, responsabile del team scientifico dell’Asi, contrattacca in un articolo pubblicato su AirPress.
Flamini sostiene che, per risparmiare tempo e denaro, non sono stati fatti i controlli richiesti dall’Italia prima di effettuare il lancio di Schiaparelli.
Flamini racconta che la sonda, una volta entrata nell’atmosfera di Marte alla velocità di 21mila chilometri orari, è stata frenata dall’atmosfera stessa fino a 1650 chilometri orari.
A questo punto prima ha aperto il paracadute e poi ha acceso regolarmente i retrorazzi.
A causa delle oscillazioni, il computer di bordo non avrebbe funzionato correttamente perché ha ricevuto informazioni contrastanti: l’altimetro segnava duemila metri di quota, mentre i giroscopi segnavano meno 10, come se la sonda fosse addirittura sotto il suolo di Marte.
A questo punto il computer ha assunto come vere le informazioni del giroscopio e ha spento i retrorazzi. L’avesse mai fatto. La sonda è precipitata e si è schiantata.
Ma l’Italia aveva chiesto che dei test fossero condotti dalla Swedish Space Corporation, esperta di lanci nell’atmosfera.
L’Esa ha invece preferito affidare le verifiche alla rumena Arca, che alla fine non è riuscita nemmeno a effettuare i test, oltre a non avere una competenza specifica in materia. E la frittata è fatta.