Sud Africa, trovati i fossili di una nuova specie umana: l’Homo Naledi

VEB

E’ davvero sensazionale la scoperta che ha fatto la spedizione guidata dal paleontologo Lee Berger in Sud Africa che ha rinvenuto in una caverna i fossili di una nuova specie umana: l’Homo Naledi.

Che cosa hanno di speciale i fossili trovati nel sistema di caverne Rising Star a circa 30 metri di profondità?

Hanno di straordinario il fatto che mostrano uno straordinario mix di caratteristiche umane che sembra confermare l’ipotesi che i resti siano appartenuti a uno dei primi esemplari del gruppo evolutivo che comprende l’uomo moderno.

I resti sono stati ricostruiti e hanno mostrato un essere umano di piccole dimensioni. Altezza non superiore a un metro e mezzo, 45 chili circa di peso corporeo e un cervello grande quanto un’arancia, più o meno come quello di uno scimpanzé.

Le dita sono ricurve, quasi prensili. Ciò sta a significare che l’Homo Naledi poteva arrampicarsi sugli alberi. Le gambe molto lunghe ci dicono che stava eretto, poteva camminare e correre.

Insomma l’Homo Naledi entra di diritto nei più antichi progenitori dell’uomo.

Ad annunciare la scoperta è stata l’università sudafricana del Witwatersrand, della National Geographic Society e dalla National Research Foundation del Sudafrica.

Fra gli esperti chiamati ad analizzare i reperti reclutati attraverso un concorso internazionale, c’è anche l’italiano Damiano Marchi dell’università di Pisa.

Scendere in quella grotta che fa parte del sistema di caverne Rising Star, note come il più ricco deposito di fossili di ominidi mai venuto alla luce, non è stata impresa semplice.

Ma gli esperti non hanno mollato, convinti come sono che la cavità possa riservare ancora molte sorprese.

Intanto di altre scoperte sensazionali, i lavori si sono concentrati sull’età del nuovo antenato dell’uomo che è stata stabilita intorno a due milioni e mezzo di anni fa, un’età compresa tra i periodi Pliocene e il Pleistocene.

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