Tatuaggi, il MIT ne ha creato uno vivente in 3D

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Il tatuaggio è una delle più antiche tecniche di decorazione corporea permanente e consiste nell’iniettare pigmenti colorati nello strato superiore della pelle, in modo tale da formare disegni, simboli e lettere.

Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.

Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.

Nel 1891 l’inventore newyorkese Samuel O’Reilly brevetta la prima macchinetta elettrica per tatuaggio, rendendo improvvisamente obsolete le tecniche precedenti, più lente e soprattutto molto più dolorose.

Da quegli anni, e per mezzo secolo, i tattoo diventano marchio di minoranze etniche, marinai, veterani di guerra, malavitosi, carcerati e considerati indici di arretratezza e disordine mentale. Negli anni ’70 e ’80 movimenti quali i punk e i bikers adottano invece il tatuaggio come simbolo di ribellione ai precetti morali predicati dalla società.

Negli ultimi anni il tatuaggio vive un momento di grande rinascita, liberandosi finalmente della coltre di pregiudizi che da decenni lo intrappolava.

Tatuaggi, il MIT ne ha creato uno vivente in 3D

Tatuaggi il MIT ne ha creato uno vivente in 3D
foto@dezeen.com

Un tattoo può essere fatto per seguire una moda, per comunicare un’appartenenza, per trasgressione, per segnare indelebilmente una tappa della propria vita e nello stesso tempo, può comunicare un disagio, eventi della propria esistenza che hanno provocato dolore e sofferenza: qualsiasi sia il motivo, fatto sta che metà della popolazione mondiale ne possiede almeno uno.

E il trend potrebbe aumentare grazie alla nuova scoperta messa a segno dal MIT: i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno infatti creato un inchiostro da cellule viventi di batteri che reagisce a una varietà di stimoli.

Nello specifico, dagli ingegneri del MIT arriva una tecnica di stampa 3D che utilizza un nuovo tipo di inchiostro prodotto da cellule viventi geneticamente modificate. Le cellule sono progettate per illuminarsi se sottoposti a determinati stimoli. Miscelati con una sospensione di idrogel (mix di acqua e polimeri) e sostanze nutritive, possono essere stampate, strato per strato, per formare strutture e dispositivi tridimensionali interattivi.

Realizzati grazie ad una innovativa tecnica descritta sulla rivista Advanced Materials, i tatuaggi potranno aprire la strada a nuovi sensori biologici (sensibili a luce, pH, temperatura o inquinanti), ma anche a display interattivi e persino computer viventi indossabili.

Il punto forte dello studio è appunto la tecnica utilizzata, che consente di non danneggiare le cellule nel processo di stampa. Fino ad ora, si erano utilizzate per questo scopo cellule viventi di mammifero, che si erano rivelate troppo fragili e facili alla rottura.

“E’ un obiettivo ancora lontano – precisa comunque il ricercatore Hyunwoo Yuk – ma crediamo di essere in grado di stampare piattaforme computazionali viventi che possano essere indossate”.

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