Un’antica tomba proverebbe la resurrezione di Cristo

VEB

Ricercatori sono impegnati nell’esplorazione di una tomba a Gerusalemme, credendo di aver scoperto la più antica menzione della risurrezione di Cristo incisa all’interno.

Un antica tomba proverebbe la resurrezione di Cristo

Nell’Antico Testamento è narrata la vicenda di Giona, un uomo scelto da Dio per essere suo profeta che, rifiutando tale chiamata, intraprese un viaggio marittimo.

La sua disubbidienza provocò l’ira divina, manifestatasi con una tempesta. I marinai, capendo che la tempesta era una punizione per il comportamento di Giona, lo gettarono in mare, dove fu inghiottito da un enorme pesce. Successivamente, Giona fu rigettato a terra, salvo, in un evento che i cristiani interpretano come un preludio alla resurrezione di Gesù.

Durante degli scavi in una tomba antica situata a Talpiot, Gerusalemme, sono stati rinvenuti ossari e incisioni che potrebbero costituire le prime testimonianze archeologiche di queste credenze. Simcha Jacobovici, un noto investigatore biblico, ha evidenziato l’importanza di questi ritrovamenti, indicando un simbolo cristiano, riconosciuto fin dalle prime catacombe, rappresentante il segno di Giona.

Questo simbolo stabilirebbe un parallelo tra le risurrezioni di Giona e Gesù, offrendo, secondo Jacobovici, una prova tangibile delle prime credenze cristiane a Gerusalemme, risalenti a 250 anni prima delle evidenze nelle catacombe.

Gli scavi hanno datato la tomba al periodo antecedente l’anno 70 d.C., suggerendo che le incisioni potrebbero essere state realizzate dai primi seguaci di Gesù. Tra gli ossari, uno presenta un’iscrizione in greco con riferimenti a “Geova divino“, mentre un altro mostra l’immagine di un grande pesce che inghiotte una figura umana, interpretata come la rappresentazione simbolica della resurrezione.

Il professor James Tabor, traducendo le iscrizioni, ha interpretato queste come un’espressione della fede nella resurrezione, con chiaro riferimento al racconto biblico di Giona. Questi ritrovamenti offrono una nuova prospettiva sulla comprensione delle prime manifestazioni della fede cristiana, con implicazioni significative per lo studio biblico.

Tuttavia, la scoperta ha generato controversie, in particolare per la resistenza incontrata dagli scavi iniziali nel 1981, ostacolati da gruppi ebrei ortodossi. Successivamente, gli archeologi hanno utilizzato metodi non convenzionali, inclusa la robotica, per esplorare la tomba, superando le difficoltà imposte dalla moderna urbanizzazione di Gerusalemme e dalle proteste.

Nonostante alcune critiche, come quelle espresse dal professor Mark Goodacre che mette in discussione l’interpretazione delle incisioni, la scoperta resta un punto di riferimento importante per gli studiosi della Bibbia e per il dialogo interreligioso.

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