Negli ultimi tempi i moniti degli esperti sono stati tutti indirizzati a scoraggiare il vizio del fumo, che è diventato una piaga mondiale, con i giovani che provano la prima sigaretta sempre più presto.

Il fumo danneggia tutti gli organi del corpo e conduce precocemente alla morte, ma non è l’unico “vizio” a cui prestare bene attenzione: anche l’alcol infatti è un nemico per il benessere.
Non è certo la prima volta che si parla degli effetti negativi dell’uso e dell’abuso di alcolici, ma una recente ricerca arriva a chiarire come, anche una volta smesso di bere, l’alcol continui a causare danni addirittura al cervello.
Più nello specifico, i ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze di Alicante, in Spagna, e dell’Istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim, in Germania, nel loro studio, appena pubblicato su Jama Psychiatry, hanno dimostrato come anche dopo aver smesso di bere, specialmente nel periodo critico di astinenza, i danni nel cervello causati dall’alcol continuano.
I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica 90 pazienti, di 46 anni di età in media, ricoverati per dipendenza da alcol, e 36 uomini sani di 41 anni di età, come gruppo di controllo, ed hanno potuto dimostrare che l’alcol può alterare la porzione terminale dei neuroni (i dendriti), causando così una comunicazione tra il cervello e i distretti corporei più difficoltosa. Un processo dannoso, ma reversibile.
I ricercatori hanno potuto osservare che anche sei settimane dopo aver smesso di bere il primo gruppo registrava sostanziali cambiamenti della sostanza bianca.
Con il consumo di alcol “si verifica un cambiamento nella sostanza bianca, cioè nell’insieme di fibre che collegano diverse parti del cervello”, ha quindi chiosato l’autore della ricerca Santiago Canals, dell’Istituto di Neuroscienze di Alicante.