Allarme fisioterapia, la metà degli addetti sono abusivi

VEB

Mentre è intuitivo sapere cosa faccia nello specifico un cardiologo o un otorino, su alcune professioni, come quella del fisioterapista, aleggia un alone di dubbio, che molti ciarlatani sfruttano, esercitando abusivamente la professione.

Fisioterapista è l’esperto del recupero delle abilità motorie, un ruolo delicato che potrebbe avere ricadute molto negative se le pratiche a cui il malato viene sottoposto non sono corrette: in Italia si contano circa centomila operatori che si definiscono fisioterapisti ma solo 55mila in realtà esercitano nella legalità perché hanno conseguito il titolo che abilita alla professione.

“La nostra è una figura sanitaria sempre più conosciuta, anche se non sono ancora del tutto chiari ai cittadini i numerosi ambiti della nostra attività e spesso il fisioterapista viene confuso con altri operatori e sedicenti terapeuti” ci dice Maria Concetta De Marinis, Presidente di AIFI Lazio. “Si pensa che il fisioterapista si occupi solo di esiti di traumi, di infortuni, della riabilitazione successiva alla chirurgia ortopedica o del trattamento di alcune forme di dolore. I suoi ambiti di intervento sono invece molto più vasti: disturbi del movimento in seguito a lesioni e malattie del sistema nervoso, riabilitazione successiva a malattie respiratorie, cardiovascolari, infarti o ictus, o all’applicazione di protesi dopo una amputazione, a malattie oncologiche fino a delicati interventi di supporto nelle cure palliative”.

L’Aifi ha quindi deciso di combattere il fenomeno degli abusivi aprendo gli studi dei veri professionisti ai cittadini, con la campagna “Giù Le Mani” da ieri all’11 settembre e con il “FisioDay”.

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