Allergie e intolleranze, italiani malati immaginari

VEB

Oggigiorno sembra quasi una “moda” essere intolleranti a qualche cibo: sarà che sugli scaffali ormai proliferano prodotti specificamente pensati per ogni diversa categoria di persone, sarà che sempre più persone si affidano a test costosi ma dalla poca validità scientifica, sarà il condizionamento psicologico delle massicce campagne pubblicitarie.

Eppure arriva ora un documento della Fnomceo (la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) che, insieme a tre società scientifiche di allergologia, ha tentato di fare chiarezza sull’esatta incidenza delle allergie e delle intolleranze alimentari fra gli italiani, a mettere in luce diversi punti finora trascurati.

Secondo gli esperti, in primis,  a fronte di un 25% di italiani convinti di soffrire di un’allergia o di un’intolleranza alimentare solo il 4,5% degli adulti e il 5-10% dei bambini ne è davvero affetto, e ogni anno potrebbero essere evitati 3-4 milioni di test inutili.

Le convinzioni degli italiani sono però dure a morire, e nonostante il ripetuto invito degli esperti ad evitare sprechi di tempo e di risorse il ricorso a test inaffidabili aumenta ad un tasso del +10% all’anno. In cerca di una risposta a tutti costi si finisce infatti per fidarsi dei risultati di test – come analisi del capello, VEGA Test, iridologia e biorisonanza – la cui validità non è mai stata scientificamente dimostrata.

Nel documento quindi oltre a spiegare le differenze tra allergie e intolleranze alimentari, viene fatto il punto sul percorso diagnostico da seguire e i test realmente efficaci. I test validi per la diagnosi di un’allergia sono ”i test cutanei, il test rast, quello per l’intolleranza al lattosio e zucchero e in caso di dubbi il test di scatenamento orale. Ma prima di arrivare al test bisogna esporre i disturbi al medico curante, che indirizzerà il paziente ad un gastroenterologo o allergologo”.

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