Probabilmente i dati derivano principalmente da una maggiore consapevolezza che negli ultimi decenni è andando crescendo sempre più, ma comunque sono dati allarmanti, che devono spingere a riflettere.
Stando ai dati diffusi dal 46esimo congresso della Società Italiana di Psichiatria in corso a Giardini Naxos fino al 15 ottobre, i disturbi psichiatrici sono in aumento in Europa, dove 1 cittadino su 3 fa esperienza della sofferenza mentale almeno una volta nel corso della vita. Una proporzione che a livello mondiale scende a 1 su 4.
Le malattie psichiatriche più diffuse sono la depressione, i disturbi d’ansia e i disturbi della personalità; affliggono tutte le fasce d’età ma l’esordio avviene introno ai 18-20 anni. In Europa, come appena visto, riguardano una persona su tre, con tutte le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano.
I disturbi mentali possono essere gravi sia per intensità, sia per durata, e lo psichiatra li può curare, laddove è interpellato, circostanza che spesso non avviene, poiché ancora oggi sono troppi i pregiudizi e l’ignoranza riguardo questi argomenti.
«L’Organizzazione mondiale della sanità – spiega Emilio Sacchetti, presidente della Società italiana di psichiatria, direttore del dipartimento di Salute mentale degli Spedali civili, Università di Brescia – ha individuato i cinque pregiudizi che più di tutti tengono lontani i pazienti dagli specialisti che potrebbero aiutarli: credere chi soffre di una malattia mentale inguaribile; improduttivo; irresponsabile; pericoloso».
Dunque le sofferenze maggiori per chi soffre di disturbi psichiatrici spesso non vengono tanto dalle patologie – poiché, a vario livello, si dispone delle giuste armi per affrontarle – ma perché spesso chi ne soffre non riesce ad usufruire dei percorsi terapeutici e riabilitativi più adeguati alle proprie condizioni, a causa dei pregiudizi e della diffusa ignoranza che tuttora circondano i disturbi mentali.