Non saranno i primi e probabilmente neppure gli ultimi: nonostante sia ufficialmente un candidato alle presidenziali della Casa Bianca, Donald Trump proprio non piace a molti personaggi famosi, soprattutto ai musicisti che più volte lo hanno diffidato dall’usare la loro musica.
In principio è stata la volta di Roger Waters, poi a seguire Neil Young, Aerosmith e i R.E.M., fino ad arrivare all’annuncio chiacchieratissimo di Adele. Pur estranea, in quanto cittadina del Regno Unito, allo scontro elettorale, Adele ha incaricato i suoi portavoce di specificare come “nessuna autorizzazione sia stata data per l’utilizzo delle canzoni a scopi politici”, facendo pervenire allo staff di Trump una diffida formale dall’utilizzo del suo repertorio.
Dopo la vittoria delle primarie in Indiana, quando Trump aveva aperto il suo discorso ad Indianapolis con la canzone “Start me up”, era arrivata anche la diffida dei Rolling Stones.
“I Rolling Stones non hanno mai dato il permesso a Trump di usare le loro canzoni nella sua campagna elettorale” aveva detto a Billboard il portavoce della band, aggiungendo di aver chiesto al candidato repubblicano di “smettere di usare” i loro brani.
Ed in queste ore arriva l’ennesima diffida, di un’altra band storica: Donald Trump sale sul palco di Cleveland sulle note di “We Are the Champions” e i Queen su Twitter prendono le distanze dal candidato repubblicano, parlando di “un uso non autorizzato della canzone“.
Trump è anche recidivo coi Queen, lo aveva già fatto nel discorso di chiusura delle primarie. In quell’occasione il chitarrista del gruppo, Brian May, aveva commentato duramente sul suo blog personale: “Pur non essendo questa una dichiarazione ufficiale dei Queen posso confermare che nessuno ha chiesto e ottenuto il permesso di utilizzare il pezzo. Stiamo valutando – aveva concluso – come impedire che si continui a usarlo. Abbiamo sempre rifiutato l’uso della nostra musica come propaganda politica“.