Gli scienziati stanno esprimendo le loro considerazioni definite “assolutamente terrificanti ” grazie ai nuovi risultati della NASA e dell’Agenzia spaziale europea riguardo alla regione dell’Antartide che ha perso circa 3 trilioni di tonnellate di ghiaccio dal 1992, e negli ultimi cinque anni, mentre le temperature atmosferiche e oceaniche hanno proseguito la loro salita per la ininterrotta dipendenza dai combustibili fossili: le perdite di ghiaccio sono triplicate.
Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme, ha detto il professor Andrew Shepherd dell’Università di Leeds, autore principale del rapporto. “Questi eventi e l’innalzamento del livello del mare, sono un indicatore del cambiamento climatico e dovrebbero essere fonte di preoccupazione per i governi a cui facciamo affidamento per proteggere le nostre città e comunità costiere“.
Come ci insegnano già a scuola, l’Antartide è la regione della Terra circostante il polo sud e contrapposta all’Artide, comprendente le terre e i mari comprese entro il circolo polare antartico ovvero caratterizzata dalla presenza della calotta antartica, la banchisa antartica e dall’oceano antartico.
La massa continentale si può distinguere in A. Orientale, immenso tavolato precambriano (gneiss, graniti), e A. Occidentale, più recente, compresa fra i mari di Weddell e di Ross. Tra le due si interpone la Catena Transantartica.
In prossimità del Polo Sud è stata rilevata la temperatura media annua più bassa del globo (−76 °C), mentre la minima assoluta (−90 °C) è stata registrata da una stazione scientifica russa (Vostok). Sul continente grava un’area anticiclonica permanente, mentre l’oceano circostante rappresenta un’area di pressioni relativamente basse, variabili. Caratteristica del continente sono i venti improvvisi e d’intensità pari ai più violenti uragani
È la regione quindi più fredda della Terra ed è composta praticamente solo di ghiaccio.
La vegetazione dell’Antartide è costituita da muschi e licheni (fino a 10 km di distanza dal mare); la fauna terrestre è poverissima (pochi insetti atteri o, comunque, inetti al volo); numerosa invece quella che vive in mare o delle risorse del mare: pinguini; uccelli migratori; quattro specie di foche (mangiagranchi, di Weddell, leopardina e di Ross); e, fra i Cetacei, una grossa balenottera.
Questo posto è molto favorevole alla ricerca scientifica, in particolare per quanto riguarda lo strato di ozono e il riscaldamento globale, e proprio le ultime ricerche ivi condotte hanno portato gli scienziati a conclusioni a dir poco preoccupanti.
Nello specifico, a quanto pare nell’arco di 25 anni le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide hanno perso 3.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio, con un conseguente innalzamento del livello del mare di circa 8 millimetri: è quanto emerge dal calcolo più preciso fatto finora, pubblicato su Nature e al quale hanno contribuito i ricercatori di 44 Paesi, Italia compresa, riuniti nel gruppo Imbie (Ice Sheet Mass Balance Inter-Comparison Exercise).
La ricerca contraddice varie ipotesi formulate in passato, secondo le quali l’andamento dei ghiacci in Antartide fosse molto più stabile rispetto a quello dell’Artico.
I nuovi dati “offrono un quadro più coerente rispetto a quello che avevamo in passato“, ha spiegato Giorgio Spada, coautore della ricerca e docente di Fisica della Terra dell’Università di Urbino. Grazie alle informazioni fornite da 24 satelliti è stato possibile misurare con precisione l’aumento del tasso di fusione dei ghiacci in certe regioni.
Il dato è preoccupante perché i ricercatori stimano che i due quinti dell’aumento si siano verificati negli ultimi cinque anni di rilevazione dei dati. L’incremento del livello dei mari può sembrare minuscolo ma pochi centimetri in più possono già causare seri problemi, soprattutto nelle aree dove le coste sono basse e più esposte alle maree.
Il 98% dei ghiacci antartici sono permanenti (qui si trova il 90% di tutti i ghiacci permanenti del mondo) e rappresentano la più grande riserva di acqua dolce della Terra. Se il polo sud si sciogliesse completamente, il livello dei mari subirebbe un innalzamento da cataclisma: ben 58 metri.
Lo stesso gruppo di lavoro (IMBIE) aveva pubblicato un rapporto sull’Antartide nel 2012, ma all’epoca lo scioglimento del ghiaccio nel continente sembrava essere molto meno preoccupante.
Secondo gli scienziati è quindi importante considerare il ruolo dei fenomeni che hanno contribuito allo scioglimento dei ghiacci migliaia di anni fa “per avere un’idea più precisa di ciò che sta accadendo attualmente”. In questo modo, hanno concluso gli esperti, sarà possibile “definire gli scenari futuri nel modo più accurato possibile”.