Bonduelle, nei suoi spinaci nessuna traccia di mandragola

VEB

Nei giorni scorsi anche noi avevamo lanciato l’allarme: un’intera famiglia era rimasta intossicata, dopo aver mangiato probabilmente della mandragola, che si pensava fosse contenuta per sbaglio all’interno di alcune confezioni di spinaci surgelati Bonduelle.

L’azienda, per precauzione, aveva ritirato l’intero lotto “incriminato”, ma in un comunicato aveva fatto sapere di essere certa della bontà del suo prodotto, bontà effettivamente confermata in queste ore dalle analisi di laboratorio.

“Gli esiti delle analisi effettuate da Ats Milano sui lotti di ‘Spinaci Millefoglie Bonduelle surgelati’ richiamati, come misura precauzionale, nei giorni scorsi – ha spiegato l’azienda – sono negativi: non rivelano la presenza di sostanze anticolinergiche responsabili della sospetta intossicazione da mandragora”.

“Siamo molto contenti dell’esito delle analisi per poter rassicurare i nostri consumatori e clienti – ha commentato l’ad Bonduelle Italia Gianfranco D’Amico – La loro sicurezza è per noi una priorità assoluta e la garantiamo continuamente grazie a controlli effettuati su tutta la filiera, a partire dal campo con i nostri agronomi”.

A questo punto però si infittisce il mistero sulla famiglia milanese, formata da quattro persone, che era finita in ospedale: cosa ha provocato l’intossicazione alimentare?

Il Centro Antiveleni aveva indirizzato i sanitari verso l’ipotesi delle foglie di mandragora, erba che può infestare i campi delle coltivazioni di vegetali e che tra le altre cose ha proprietà allucinogene.

Il pericolo derivante dal consumo della Mandragora deriva dalla presenza di alcuni alcaloidi molto simili all’atropina. In genere causano allucinazioni, agitazione e, più raramente, convulsioni e coma. Un tempo si riteneva che la pianta fosse dotata di virtù afrodisiache a tal punto che era oggetto di molte preparazioni magiche.

Ricordiamo che per il capofamiglia, un uomo di 60 anni, si era reso necessario il ricovero in ospedale, mentre per la moglie e i due figli di 16 e 18 anni era bastata una semplice osservazione di alcune ore, al termine della quale erano stati dimessi. Tutti e quattro mostravano confusione mentale, secchezza delle fauci, dilatazione della pupilla, ritenzione urinaria.

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