Caffè, nelle giuste dosi aiuta anche contro il cancro al fegato e alla prostata

VEB

Ormai è considerato un vero e proprio oro nero: qualche giorno fa vi abbiamo comunicato i risultati di una recente ricerca, secondo cui assumere tre tazzine al giorno di caffè aiuta gli uomini a mantenersi al top, aumentando la loro prestanza sessuale senza ricorrere ad aiutini farmacologici, ma a quanto pare il caffè fa bene anche per questioni molto più importanti.

Secondo infatti quanto rivela una una ricerca diretta da Oliver Kennedy della University of Southampton in Gran Bretagna e pubblicata sulla rivista BMJ Open, bere fino a cinque tazzine di caffè al dì potrebbe dimezzare il rischio di cancro del fegato, mentre una sola tazzina al giorno riduce di un quinto il pericolo di questo tumore.

Questi risultati fanno seguito all’analisi sul consumo di caffè di ben 2 milioni e 250 mila persone coinvolte in 26 differenti studi già pubblicati in precedenza.

Nello specifico, è emerso che aumentando il numero di tazzine di caffè consumate quotidianamente il rischio di cancro viene ridotto dal 20% (con una tazzina) fino al 50% (con cinque tazzine). Del resto la caffeina è ricca di antiossidanti e antinfiammatori ma non solo: si ritiene che il suo ruolo sia centrale e determinante nel conferire al caffè il potere protettivo.

Attenzione però: «Non stiamo suggerendo a tutte le persone di iniziare a bere cinque tazze di caffè al giorno. C’è bisogno di ulteriori indagini sulle potenziali danni relativi a un’alta assunzione di caffè e ci sono prove che indicano che dovrebbe essere evitato in alcuni gruppi di persone, come le donne incinte», spiega Kennedy.

Un’ulteriore ricerca, condotta dall’IRCCS Neuromed di Pozzilli in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’IRCCS Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, descrive questa bevanda come indispensabile nella prevenzione anche del cancro alla prostata.

Dallo studio condotto da George Pounis di Neuromed su 7000 italiani, si evince che chi beve più di tre tazzine al giorno riduce il rischio di cancro alla prostata del 53%.

Quando si parla di caffè, si intende quello fatto “all’italiana”: sembra, infatti, che il caffè preparato in maniera diversa perda queste proprietà di “difesa” dell’organismo.

Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale, che ha preso parte allo studio per la prevenzione del cancro alla prostata, infatti spiega: «Dobbiamo tenere presente che lo studio riguarda una popolazione del Molise, che quindi beve caffè rigorosamente preparato all’italiana, cioè con alta pressione, temperatura dell’acqua molto elevata e senza l’uso di filtri. Questo metodo, diverso da quelli seguiti in altre aree del mondo, potrebbe determinare una maggiore concentrazione di sostanze bioattive. Sarà molto interessante approfondire questo aspetto».

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