Doomscrolling, attenzione ad un’abitudine pericolosa

VEB

Si chiama Doomscrolling ed è diventata un’abitudine radicata soprattutto tra i giovani che può provocare seri danni.

Doomscrolling attenzione ad un abitudine pericolosa
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Appena svegli, mentre vanno a scuola in coda per la spesa, sul divano di casa, insomma in ogni dove la maggior parte dei giovani ha l’abitudine di “spiaccicarsi” sul telefono per controllare notifiche e social network.

Facebook, Instagram, TikTok… scrutano notizie ed eventi tragici: immagini della guerra in Ucraina, dati della pandemia di Covid-19, riscaldamento globale…ma anche qualsiasi cosa sia di tendenza.

Questa abitudine ha un nome inglese, emerso su Twitter nel 2018: doomscrolling, da “doom” che significa caduta, fine o collasso e dal verbo “scroll” che definisce l’azione di scorrere il proprio schermo digitale dall’alto verso il basso.

La sua particolarità si basa sulla ricerca e sull’esposizione intensiva di soggetti tristi e scuri, amplificati dallo scroll infinito, senza impaginazione. Effettuando una query su Google su un dispositivo mobile, gli utenti non devono più fare clic su “pagina successiva“.

Più scendi nella pagina, più i risultati vengono mostrati in modo continuo. Di recente, uno studio condotto dal sito britannico Bupa, specializzato in salute, rivela che le ricerche su Google relative all’ansia mattutina sono aumentate del 247% nel 2022.

Doomscrolling colpisce soprattutto i giovani

Alcuni gruppi sono più a rischio di altri, a cominciare dagli adolescenti, che trascorrono molto tempo sui social network preferiti, siano essi Instagram, Snapchat o TikTok.

Secondo uno studio riportato dal Wall Street Journal e condotto su un campione di 1000 persone (500 adolescenti dai 12 ai 18 anni e i loro 500 genitori), il 70% degli adolescenti americani consulta il telefono 30 minuti prima di dormire, il 40% lo fa addirittura cinque minuti prima e il 5% afferma di svegliarsi di notte per controllare il proprio smartphone.

Per gli adolescenti questa abitudine di “scorrere” nasce soprattutto a letto prima di dormire.

Anche l’Europa non è da meno, secondo uno studio di NordVPN sulla popolazione francese, esistono disparità nell’uso del laptop a letto, a seconda della generazione.

Se il 45% scorre sul cellulare ancor prima di alzarsi dal letto, il 77% dei 18-24enni scorre al mattino, al risveglio, immagini o video sullo schermo in modo quasi meccanico.

Scorrere per ore senza meta e meccanicamente avrebbe effetti dannosi sulla salute mentale dei giovani.

Qual è l’impatto del doomscrolling sulla salute mentale degli adolescenti

Secondo David Nuñez, direttore della tecnologia e della strategia digitale al Museo del MIT, “Gli algoritmi dei social media enfatizzano la negatività, che fa sì che i nostri corpi producano ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo“.

Questa pratica, che unisce il gesto apparentemente banale e innocuo di “scorrere” e il fiume di notizie negative che provocano ansia, ha un impatto diretto sulla salute mentale e può diventare tossico.

Secondo un recente studio della Texas University of Technology, un sondaggio ha rilevato che tra le persone più inclini al doomscrolling, il 74% aveva problemi di salute mentale e il 61% aveva problemi di salute fisica.

Quando non scorri, puoi sprofondare nella paura di perderti qualcosa: doomscrooling è anche legato al concetto di FOMO (Fear Of Missing Out), riferito alla paura di perderti le cose che stanno accadendo online.

Come limitare il doomscrolling negli adolescenti

Bandire lo smartphone non è la soluzione in quanto strumento di integrazione sociale nell’adolescenza e, per sottolineare la propria indipendenza, i giovani tendono a trasgredire i tabù. Piuttosto che vietare l’uso degli smartphone, i genitori hanno tutto l’interesse a favorire il dialogo spiegando i rischi del “doomscrolling”.

Poi si possono stabilire regole chiare in collaborazione con l’adolescente come: regolare il tempo davanti allo schermo al telefono, ad esempio concordare un momento la mattina prima di colazione e la sera prima del pasto, in sessioni di 10 minuti, in cui i genitori consentono il proprio figlio a consultare i social network.

È inoltre possibile definire i timer dell’applicazione in modo da bloccare lo smartphone al raggiungimento della durata predefinita.

Fonte@The Conversation France.

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