Fast Food, cibi come un’infezione

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Il fast food, secondo la definizione più diffusa, è un tipo di ristorazione di origine e principale diffusione nei Paesi anglosassoni, veloce da cucinare e consumare, economica e con servizio ridotto al minimo.

Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, cotolette, patate fritte, pizze, sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche come la cipolla fritta e il kebab, e suggerisce l’uso massiccio di diverse salse come senape, maionese e ketchup. Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall’uniformità del servizio offerto e dall’ampia diffusione dei punti vendita.

Il basso valore nutritivo degli alimenti distribuiti nei fast food, associato ad una strategia commerciale incentrata sull’ottimizzazione del profitto, compromette significativamente la salubrità del pasto, esponendo i consumatori a rischi di notevole importanza.

I rischi dei fast food legati ai “cibi spazzatura – junk foods” sono numerosi e non basterebbe un solo articolo per descriverli in maniera sufficientemente esaustiva, ma quel che è certo è che tutte le forme di fast food non possiedono un bilancio nutrizionale idoneo.

I rischi dell’alimentarsi frequentemente con fast food sono legati all’incremento del peso , alla potenziale alterazione del metabolismo lipidico, glucidico e pressorio ematico, ed alla carenza in vitamine, sali minerali e fibra alimentare tipici degli ortaggi e della frutta freschi.

Ma, a quanto pare, pranzare e cenare spesso nei fast food significa letteralmente avvelenare il proprio corpo: secondo uno studio dell’Università di Bonn, infatti, il sistema immunitario reagisce a una dieta ad alto contenuto di grassi e calorie come ad un’infezione batterica. Non solo: stando allo studio, il cibo fast food sembra rendere alla lunga le difese dell’organismo più aggressive.

Fast Food, cibi come un’infezione

Fast Food cibi come un infezione

In sostanza, all’interno dell’organismo, bersagliato sistematicamente dal cibo poco sano, si instaurerebbero meccanismi di reazione paragonabili ad una infezione batterica in corso. Questa atipica reazione sarebbe scatenata dalla composizione estremamente grassa degli alimenti e dalle eccessive calorie che potrebbero cambiare il nostro organismo rischiando di far innescare, a lungo andare, forme di diabete e rischio arteriosclerotico

Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno preso in esame dei topi, somministrando loro per un mese una dieta con grassi, zuccheri e poche fibre. Gli animali hanno quindi sviluppato una forte risposta infiammatoria in tutto il corpo, quasi come dopo un’infezione da batteri pericolosi.

Quando i ricercatori hanno offerto ai roditori la loro tipica dieta a base di cereali per altre quattro settimane, l’infiammazione acuta è scomparsa. Ma anche dopo che era trascorso del tempo, molti dei geni che erano stati attivati durante la fase in cui i roditori erano stati nutriti con cibo poco sano erano ancora attivi.

Solo di recente è stato scoperto che il sistema immunitario ha una forma di memoria”, spiega il co-autore dello studio, Eicke Latz. “Dopo un’infezione, le difese del corpo rimangono in una sorta di stato di allarme, in modo che possano rispondere più rapidamente a un nuovo attacco”.

Infine il team di ricercatori è riuscito a identificare il “sensore fast food” responsabile nelle cellule immunitarie, ovvero che riconosce il cibo non sano come “patogeno” e “pericoloso”.

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