Festa della mamma, acquistare l’Azalea per supportare la ricerca contro i tumori

VEB

Un appuntamento fisso, di quelli importanti e da non perdere assolutamente: l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in occasione della Festa della Mamma, rinnova il suo impegno per la salute delle donne colorando migliaia di città e piccoli centri con l’Azalea della Ricerca, pianta che da più di trent’anni contribuisce a migliorare la prevenzione e la cura dei tumori femminili.

E di soldi ne occorrono perché, se è vero che la ricerca ha fatto passi da gigante, è anche vero che il numero dei casi diagnosticati continua ad aumentare, come anche sono ancora tante le patologie senza una cura definitiva.

Secondo i dati dell’Associazione italiana di oncologia medica, l’anno scorso, in Italia, è stato diagnosticato un tumore alla mammella o agli organi riproduttivi a oltre 65.800 donne. Nel 2017 i tumori ginecologici hanno colpito 15.800 pazienti:  2.300 alla cervice uterina e 8.300 casi di cancro all’endometrio. Negli ultimi 5 anni, la sopravvivenza per queste patologie ha visto una crescita costante, giungendo rispettivamente al 68% e al 77%.

Il cancro al seno è il tipo di tumore più diffuso, con circa 50mila nuovi casi e si stima che ne sia colpita 1 donna ogni 8. È bene precisare, però, che è anche la patologia per la quale la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, fino a portare la sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, a crescere dall’81% all’87%.

Per le 5200 donne affette da tumore dell’ovaio, purtroppo, la situazione è profondamente diversa perché si tratta di una patologia difficile da diagnosticare precocemente e che presenta un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci.

Negli ultimi 5 anni, il fiore simbolo della salute femminile, ha permesso all’Airc di investire più di 64 milioni di euro per sostenere 498 progetti di ricerca, oltre a 126 borse di studio per ricerche sulla prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori femminili. Sono numerosi i progetti dei 500 scienziati Airc che vengono supportati col contributo dell’azalea.

Più di 20 mila volontari AIRC saranno quindi nelle piazze delle nostre città anche quest’anno – in occasione della Festa della Mamma – per distribuire 580.000 coloratissime azalee. A fronte di una donazione di 15 euro, insieme alla piantina verrà consegnata una speciale Guida interamente dedicata alla salute in rosa con indicazioni pratiche degli esperti sui percorsi di prevenzione e diagnosi precoce.

In definitiva, quindi, oggi la parola cancro non spaventa più come una volta, ma vi è ancora molta strada da fare per debellarlo, e ce lo ricorda anche l’attrice Geppi Cucciari, testimonial di quest’anno proprio di Airc.

«Cerchiamo di ricordare cosa si può fare per evitare a noi e ai nostri amici di ammalarci di cancro, o almeno scoprirlo il prima possibile – spiega Geppi Cucciari – Ho detto cancro, possiamo chiamare le cose col loro nome, così l’affrontiamo a viso aperto. È finita l’epoca del brutto male o male incurabile, sono meno incurabili di un tempo e gli avversari vanno descritti per quello che sono. Condividiamo insieme uomini e donne alcune regole perché non vogliamo dire solo no al colesterolo. C’è solo una cosa che può più delle cure rispetto alle malattie e si chiama prevenzione. Ce ne sono di tre tipi».

Per quanto riguarda la prevenzione primaria: «Alimentarsi correttamente, non fumare, limitare alcool, indicazioni utili per tante altre problematiche, stress, allergie, cellulite, gambe alla sora lella, ventre da sblusare, ginocchia alla zuava e secchezza delle fauci».

Per la prevenzione secondaria al femminile, invece :«Delicatissima anche quella. Cominciamo dalle donne che sono più disciplinate, dal debutto dell’amore bisogna effettuare il pap test. Se siete positive al papilloma Hpv, una bella visita all’otorinolaringoiatra, perché gli scritti sono importanti, ma anche a volte gli orali… Non entrerei nel dettaglio… Dai 50 in poi una mammografia ogni due anni che fa sempre un po’ meno male dei tacchi a Capodanno». Prevenzione secondaria al maschile: «Poi adesso parliamo degli uomini. Se almeno l’80% delle donne va dal ginecologo almeno una volta all’anno, 7 uomini su 10 non è mai andato dall’andrologo, perché avete paura del dolore. Perché voi quando avete 36.7 di temperatura, chiamate la mamma, eppure se fosse toccato a voi partorire ci saremmo estinti. Vi sottraete all’urologo, la visita può sembrare insidiosa, indugiante, introspettiva, però guardate, andateci, perché magari scoprite qualcosa di voi che non sapete. Fin dall’infanzia, la prevenzione vale sia per gli uomini che per le donne: la conoscenza della morfologia attraverso l’autopalpazione del seno per le donne, per gli uomini mi sembra un consiglio superfluo, autopalparsi certe zone dalla cintola in giù, anche perché lo fate già di vostro lo fate spesso e non smettete mai».

Ed infine la prevenzione terziaria: «Molto più delicata che riguarda il controllo che coinvolge chi ha già avuto una malattia per ridurre il rischio di ricadute e vive nella paura e purtroppo sono certa che tutti noi conosciamo quella sensazione perché ce l’abbiamo avuti tutti qualcuno che il cancro se l’è portato via».

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