Se è vero che una gravidanza dura in media nove mesi, è altrettanto vero che molti bimbi hanno fretta di uscire per vedere la luce del sole, mentre altrettanti stanno troppo comodi nel ventre materno per uscire e vedere le gioie, ma anche le brutture del mondo.
Tutte le mamme del mondo sanno quindi che la data del parto, fino all’ultima, è sempre e solamente orientativa, o almeno lo è stato finora, perché a quanto pare è stato messo a punto un test talmente efficiente da predire la data esatta in cui il nuovo pargolo verrà alla luce.
A darne notizia è un articolo del «British Journal of Obstetrics and Gynaecology»: il nuovo esame che potrebbe essere utilizzato per calcolare con precisione la tempistica di una nascita, prevede l’uso di una sonda a ultrasuoni per misurare la lunghezza della cervice uterina. In base a questi calcoli sarà possibile predire con precisione se una donna entrerà in travaglio entro la settimana successiva.
Cinque studi precedenti avevano dato risultati contrastanti, mentre ora una metanalisi guidata da Vincenzo Berghella della Thomas Jefferson University di Philadelphia, in Pennsylvania, ha dimostrato che la tecnica funziona anche dopo lo scadere dei 9 mesi, almeno nei casi normali, in cui una donna aspetta un solo bambino, con una corretta posizione della testa.
Questo approccio potrebbe aiutare i medici a decidere se indurre il travaglio in presenza di rischi per la salute di un bambino: se la cervice è ancora lunga, una induzione del parto avrebbe minori probabilità di successo, quindi un taglio cesareo potrebbe essere la soluzione migliore.