Il fiuto dei cani quasi infallibile nello scovare il carcinoma alla prostata

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I nostri amici a quattro zampe sono delle presenze insostituibili nella nostra vita quotidiana, e se fossero anche un alleato importante nella lotta, o meglio, nella prevenzione contro determinate tipologie di neoplasie?

Secondo quanto emerso da uno studio tutto italiano coordinato dal dottor Gianluigi Taverna dell’istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), in collaborazione con il centro militare veterinario di Grosseto, e pubblicato sul Journal of Urology, i cani sarebbero capaci di fiutare e riconoscere il cancro alla prostata dalle urine dei pazienti, con una precisione diagnostica superiore al 97%.

Nello specifico, i cani utilizzati nella ricerca sono Liù e Zoe, due femmine di pastore tedesco, che attualmente hanno all’attivo quasi la totalità di risultati positivi. Il fiuto di queste pressoché infallibili cagnoline si è dimostrato addirittura più efficace del test di Psa (esame per lo screening del cancro alla prostata) di 5 volte.

“Il tumore prostatico ha un odore particolare e ora il prossimo passo sarà quello di capire quali sono le molecole e cosa annusa il cane. Stiamo collaborando con Stati Uniti, Giappone, Olanda e Inghilterra per allargare questa esperienza: vogliamo capire che cosa annusi il cane, in modo da riprodurre uno strumento in grado di affiancarlo per capire quale tipo di metabolismo neoplastico cellulare che determina l’odore particolare”, ha spiegato il  dottor Gianluigi Traversa, responsabile della sezione di Patologia prostatica dell’istituto clinico Humanitas.

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