HPV test, nuovo test che subentrerà al pap test per la diagnosi precoce

VEB

Come sanno bene tutte le donne, a cui dopo il primo rapporto sessuale è sempre consigliato di farne uno come prevenzione ogni 3-5 anni, il pap test è un esame citologico, in grado di individuare in modo rapido e precoce la presenza di alterazioni nelle cellule della cervice uterina, incluse quelle che possono dipendere da un tumore al collo dell’utero.

Il pap test è un esame di screening e come tale, serve a individuare precocemente le donne a rischio di sviluppare un cancro al collo uterino.

“Pap” indica le iniziali del cognome di un dottore greco, George Nicholas Papanicolaou, l’inventore di quest’esame salvavita, la cui geniale intuizione rimase inascoltata per quasi 20 anni: solo negli anni ‘40, infatti, venne ripreso l’articolo che Papanicolaou aveva pubblicato nel 1923.

Da quel momento in poi il test ebbe poi una rapidissima diffusione permettendo, nei decenni successivi, di fare milioni di diagnosi.

Ma ora, grazie ai passi da gigante fatti dalla scienza, arriva un nuovo test capace di scovare il papilloma: parliamo del Test Hpv, un esame ancora poco noto e in grado di individuare in modo molto precoce la presenza del Papilloma Virus Humano.

Già realtà in 6 regioni italiane del Centro Nord, l’utilizzo del Test Hpv dovrebbe andare a regime entro il 2020 a livello nazionale, mentre il Pap Test resta consigliato in seconda battuta, per approfondire eventuali casi di positività.

Secondo il Piano Nazionale Prevenzione 2014-18 del Ministero della Salute, entro il 2018 tutte le regioni avrebbero dovuto prevedere il Test Hpv come screening primario per donne tra 30 e 64 anni. Ma, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) aggiornati a fine 2017, le regioni al passo con le previsioni sono solo Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata. Nelle altre si sta procedendo, più o meno velocemente, all’implementazione. Devono invece ancora partire Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia, Sardegna e Bolzano.

Il Pap test comunque non andrà in pensione. «È invece l’esame successivo, che viene fatto qualora si riscontri una positività al Test Hpv», precisa Basilio Passamonti, presidente del Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma (Gisci).

In Italia, spiega, «i due test sono integrati e rappresentano il massimo di garanzia possibile: l’HPV Test, che è più sensibile, individua le donne con infezione in corso (che può anche risolversi da sola), mentre il Pap test, che è più specifico, in uno step successivo individua l’eventuale lesione dovuta alla modificazione cellulare causata dal virus e che può spianare la strada al cancro al collo dell’utero».

Ricordiamo che l’HPV o papilloma virus è un virus molto diffuso tra la popolazione generale, che si trasmette principalmente per via sessuale. La maggior parte delle persone è portatrice del virus senza saperlo. Siamo a conoscenza di circa 100 tipi diversi di papilloma virus, di cui 13, denominati ad alto medio rischio, sono correlati in modo stretto con l’insorgenza del tumore del collo dell’utero.

Altri tipi di HPV, quelli a basso rischio, sono i responsabili della comparsa delle verruche genitali. La persistenza a livello genitale di HPV ad alto rischio può determinare in alcuni soggetti la comparsa delle displasie, che nel tempo possono evolvere in tumore.

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