Quella accaduta ad una donna in Canada è uno dei 40 casi documentati fino ad oggi.
Il dottor Michael Narvi, che lavora in un ospedale nella provincia canadese di Manitoba, ha condiviso la storia insolita di un paziente.
La donna si è recata in ospedale, lamentando un mancato ciclo mestruale: si trattava di un ritardo di 49 giorni, ha iniziato poi a sanguinare per due settimane.
L’ecografia ha mostrato che era incinta, ma il feto si stava sviluppando nel suo fegato. Questa è una variazione unica su una gravidanza extrauterina.
“Prima di quell’incidente, pensavo di aver visto tutto“, rivela Michael Narvi.
Una gravidanza extrauterina è considerata una complicazione: l’attaccamento di un ovulo fecondato avviene al di fuori della cavità uterina, ma altri organi non sono pronti per un tale carico.
La madre sviluppa più spesso un’emorragia interna e il bambino, con rare eccezioni, non è vitale. Senza un intervento tempestivo, una gravidanza extrauterina può persino essere fatale.
Le gravidanze ectopiche si verificano in circa l’1-4% di tutte le gravidanze. Nel 98% dei casi, il feto inizia a formarsi nella tuba di Falloppio e un altro 2% cade sulle ovaie, sulla cervice o sulla cavità addominale.
Dal 1952 al 2020 ci sono stati 41 esempi di gravidanza epatica e tale sviluppo di eventi è considerato particolarmente pericoloso: la mortalità è 5-7 volte superiore rispetto a una gravidanza ectopica tubarica.
Il fegato è una struttura con un gran numero di vasi, quindi qualsiasi pressione porta a un’emorragia interna massiccia.
Il motivo per cui lo zigote viene innestato nel fegato anziché nella cavità uterina non è stato stabilito, ma i medici sono noti ai fattori generali che aumentano il rischio di gravidanza ectopica.
Tra questi ci sono la malattia infiammatoria pelvica, l’uso di un dispositivo intrauterino, la chirurgia del tubo e persino il fumo.