Lavoro, il Ministro Poletti ha ragione secondo la maggior parte dei giovani.
La battuta dell’altro giorno del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha scandalizzato i sindacati, i benpensanti, gli intellettuali, mezza Italia e forse pure mezza Europa, ma non sembra aver scandalizzato più di tanto la maggior parte dei giovani.
In sostanza il Ministro aveva detto che è più facile trovare lavoro al giorno d’oggi giocando a calcetto che non presentando il proprio curriculum.
A parte il fatto che c’è indubbiamente dell’ironia in questa battuta, c’è anche evidentemente un fondo di verità non indifferente, anche se amaro.
E la presa d’atto di una verità non deve essere considerata mai in malo modo.
Che le relazioni contino più del merito, purtroppo, è un’amara realtà.
Chiudersi in casa davanti a un computer e mandare il proprio curriculum a migliaia di persone è un esercizio utile, ma non tanto importante quanto uscire di casa, frequentare gente, socializzare, mettersi in gioco, parlare, intessere relazioni, dare e ricevere idee, giocare a calcetto.
Sicché l’istituto Demopolis ha condotto uno studio fra gli Italiani under 35 sulle affermazioni fate da Poletti.
Il 67% pensa che per trovare lavoro contino soprattutto le relazioni personali.
Per il 51% conta anche la condizione familiare. Meno della metà pensa che la preparazione personale e le competenze professionali siano determinanti. Verità dure, ma pur sempre verità.
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