Logopedia e l’importanza della Comunicazione Alternativa

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La logopedia è una branca della medicina che si occupa di studiare il linguaggio e le sue eventuali problematiche. Imparare a parlare, infatti, per un bambino non è sempre un percorso facile e naturale.

In genere l’acquisizione di questo fondamentale strumento di comunicazione, che distingue l’essere umano dagli altri animali, avviene nei primi anni di vita, e man mano ci si impratichisce sia con la crescita che attraverso il fondamentale contributo scolastico.

Naturalmente il percorso non è privo di ostacoli per tutti, e a prendere per mano il bambino e poi il ragazzo è il logopedista.

Il logopedista agisce sulle difficoltà di comunicazione in generale che si suddivide in una componente non verbale (i gesti, la mimica) ed una verbale (il linguaggio vero e proprio). Il linguaggio verbale, in particolare, presenta una componente recettiva ed una produttiva, cioè quanto si comprende nell’ascolto e quanto si dice.

Il logopedista, dunque, è lo specialista che si occupa della “educazione della parola”, della comunicazione scritta e orale, della prevenzione e della cura dei problemi legati all’uso del linguaggio. Il principale compito è quello di rieducare le persone a parlare in modo corretto, eliminando difetti di forma o veri e propri disturbi del linguaggio.

Le sedute dedicate ai bambini sono molto divertenti. Lo specialista avvicina il piccolo tramite lo strumento del gioco e la collaborazione dei genitori, che dovrebbero partecipare alle sedute e apprendere gli esercizi per poi aiutare il bimbo nel recupero.

Logopedia e l’importanza della Comunicazione Alternativa

Logopedia la Comunicazione Alternativa

Gli strumenti utilizzati dal logopedista  durante la riabilitazione sono prevalentemente di tipo ludico, con oggetti, giocattoli, giochi strutturati, immagini e tutto ciò che può attirare l’interesse del bambino, naturalmente  adattati in base all’età ed alle sue capacità cognitive.

Ma il logopedista segue anche tutti coloro che, a qualsiasi età, non riescono ad esprimersi attraverso la parola. Coloro che fanno fatica a comunicare sono i pazienti BCC, ossia portatori di Bisogni Comunicativi Complessi,  che individuano deficit di origine varia.

La risposta della Medicina riabilitativa è multidisciplinare, ma in particolare ci pensa la Logopedia attraverso le tecniche che vengono indicate con un altro acronimo, CAA, che sta per Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Il prossimo 6 Marzo 2018 si celebrerà la Giornata Europea della Logopedia, organizzata dalla Federazione Logopedisti Italiani con il Coordinamento del C.P.L.O.L. (Comitè Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Européenne).

Quest’anno è stato scelto come tema “La Comunicazione Aumentativa Alternativa C.A.A.”.

La disabilità grave della comunicazione può avere un impatto sull’uso e/o sulla comprensione del linguaggio e limita la partecipazione e l’inclusione nella comunità. Coloro che hanno un linguaggio funzionale limitato o assente o Bisogni Comunicativi Speciali (BCS) traggono appunto beneficio dalla Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) per supportare la loro comunicazione.

La Caa è una sorta di ‘superlinguaggio’ che permette a chi, per vari motivi, è impossibilitato, a parlare e comunicare con la realtà circostante. Una condizione patologica che riguarda l’1.3% della popolazione, quindi circa 800 mila persone in Italia. Un dato omogeneo in tutta Europa. Non solo.

La Caa entra a pieno titolo anche al di fuori del mondo della disabilità, ad esempio nei casi di bilinguismo per sostenere l’apprendimento della nuova lingua L2. I logopedisti hanno usato tabelle di comunicazione e strumenti specifici anche nei campi di accoglienza dei migranti durante l’emergenza profughi in Europa.

La Caa può aiutare bambini e adulti che hanno una disabilità congenita (ad es. paralisi cerebrale, disabilità intellettiva, disturbo dello spettro autistico) oppure una disabilità acquisita (es. ictus, trauma cranico) oppure un disturbo degenerativo (ad esempio, malattie del motoneurone, morbo di Parkinson) o una difficoltà temporanea (es. sindrome di Guillain- Barré). Chiunque abbia una disabilità che colpisce gravemente la comunicazione, non solo nella produzione ma anche nella comprensione, è candidato alla Caa.

In previsione della Giornata Mondiale della Logopedia, diversi comuni d’Italia hanno organizzato appuntamenti d’eccezione con gli specialisti della comunicazione a 360 gradi.

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