Gli esperti lo hanno sempre detto: dove c’è assembramento e cattive condizioni igieniche, il rischio di contagio di Covid 19 sale esponenzialmente.
Quindi si sapeva che una delle questione “calde” da affrontare era quella dei migranti e dei loro sbarchi, che sono ricominciati copiosamente, con tute le conseguenze che ne derivano.
Sono infatti 28 i migranti, salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e messi in quarantena sul traghetto “Moby Zazà” fermo al largo di Porto Empedocle (Agrigento), che sono risultati positivi al coronavirus.

Uno di loro, originario del Camerun, aveva iniziato a stare male nella notte tra domenica e lunedì.
Inizialmente i medici avevano pensato a un caso di tubercolosi, ma il risultato del test al Covid-19, effettuato dal laboratorio IZS di Palermo, ha fugato ogni dubbio. Da lì il tampone per tutti gli altri, scoprendo così le 28 positività totali.
“Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del traghetto Moby Zaza, ancorato nella rada di Porto Empedocle, garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese“, hanno fatto sapere dal Viminale, precisando che “tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute“.
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