Oms, dopo sei mesi di pandemia il peggio deve ancora venire

VEB

La situazione sanitaria in Italia è tutto sommato sotto controllo: le vittime non sono mai state così poche dallo scorso febbraio ed anche il numero dei contagi è tutto sommato sotto controllo.

Ma purtroppo, nel resto del mondo, ci sono moltissimi focolai attivi, con decine di nazioni che stanno ancora affrontando il picco della pandemia.

E per gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità non si può tirare nessun sospiro di sollievo: il peggio deve ancora venire.

“Il peggio deve ancora arrivare. Mi dispiace dirlo ma con questo ambiente e in queste condizioni, noi temiamo il peggio. Un mondo diviso aiuta il virus a diffondersi”, ha riferito il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing sul Covid-19. “Sin dall’inizio abbiamo detto di mettere in quarantena la politicizzazione della pandemia e di restare uniti perché il virus è veloce e uccide e può sfruttare le divisioni tra di noi. Il nostro messaggio non riguarda nessun Paese in particolare ma riguarda tutto il mondo”, ha aggiunto il direttore.

Oms dopo sei mesi di pandemia il peggio deve ancora venire

“La pandemia è ancora lontana dalla fine – ha aggiunto -. La nuova normalità sarà convivere con il virus. Nei prossimi mesi avremo bisogno di ancora più resilienza, pazienza e generosità”.

“Domani sono sei mesi da quando l’Oms ha ricevuto le prime notizie di focolai di polmonite dalla causa sconosciuta in Cina”, ha poi aggiunto Ghebreyesus, sottolineando l’incessante lavoro svolto negli ultimi mesi dagli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità e dai suoi partner. 

“Questo anniversario coincide con il raggiungimento dei 10 milioni di casi di Covid-19 nel mondo. Negli ultimi sei mesi l’Oms e i suoi partner hanno lavorato senza sosta per aiutare tutti i Paesi a prepararsi e a rispondere al nuovo virus. Sei mesi fa nessuno di noi avrebbe potuto immaginare come la nostra vita sarebbe stata stravolta. La pandemia ha tirato fuori il meglio e il peggio dell’umanità”, ha concluso. 

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