Pane, il più antico del mondo veniva consumato 14 mila anni fa

VEB

Anche se, come calorie, non è certo tra gli alimenti da preferire a tavole, è indubbio che il pane e i suoi derivati siano amatissimi e consumati in ogni angolo del mondo.

Secondo le più recenti statistiche, il comparto, nel suo complesso, vale 137 miliardi di euro, di cui 73 grazie al pane, per una produzione complessiva di oltre 38 milioni di tonnellate.

E, tra tutti i paesi del mondo, è ai consumatori europei che il pane piace di più: 64 chilogrammi è il consumo annuale pro-capite.

Nel panorama continentale, Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna si sono attestate ai primi posti per il consumo di pane, con l’italiano che acquista in media 57 kg di prodotti del fornaio ogni anno, confermando così la sua predilezione per l’arte bianca.

Il pane, del resto, è un alimento molto importante per la nostra alimentazione. Apporta molti carboidrati (63 grammi circa ogni 100 grammi di prodotto) che una volta introdotti nell’organismo vengono trasformati in glucosio, che a sua volta viene impiegato come energia per cervello e muscoli. La totale assenza di colesterolo lo rende un alimento adatto a essere inserito anche nelle diete di soggetti con problemi cardiovascolari. Ha un alto potere saziante ed è quindi in grado di ridurre l’appetito.

Che fosse un alimento molto antico non è certo una novità, ma a quanto pare è molto più antico di quanto si pensasse, così antico da essere nato prima dell’agricoltura: gruppi di cacciatori-raccoglitori lo preparavano già 14.400 anni fa utilizzando cereali selvatici.

La scoperta, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, si deve alla collaborazione fra le università britanniche di Cambridge e University College di Londra con quella danese di Copenaghen.

Il gruppo di archeologi ha fatto questa scoperta sorprendente durante gli scavi in un sito nel nord del Giordania, dove vivevano cacciatori-raccoglitori di epoca Paleolitica.

Il sito giordano ha riportato alla luce tracce tra le più antiche della cultura natufiana: queste comunità costruivano piccoli villaggi, utilizzati come campi-base dove gli abitanti, che si dedicano alla caccia e alla raccolta muovendosi sul territorio, tornavano periodicamente.

Nel sito, il cui scavo è iniziato negli anni Novanta, sono presenti due edifici sovrapposti, di età diverse, datati da circa 14.000 a circa 11.000 anni fa. In quello inferiore, il più antico, oltre a numerosi strumenti di pietra per macinare, è venuto alla luce un focolare il cui contenuto, sepolto, è rimasto intatto dopo l’ultimo utilizzo: una sorta di pane primordiale in sostanza.

Più nello specifico, i ricercatori hanno analizzato 24 resti del pane più antico del mondo nelle ciotole trovate nel sito, scoprendo tracce di orzo, farro e avena: i semi erano stati raccolti, setacciati e impastati prima di essere cotti. Era un pane non lievitato, simile a quello trovato negli insediamenti più recenti, all’epoca della rivoluzione agricola del Neolitico e in quella romana.

“Il pane a forma di focaccia trovato a Shubayqa 1 è la prima prova della produzione di pane finora scoperta, e dimostra che la cottura è stata inventata prima che avessimo la coltivazione delle piante”, ha detto Tobias Richter, dell’Università di Copenaghen, che ha diretto la ricerca. “E’ possibile che la produzione precoce di pane a base di cereali selvatici sia stata una delle forze trainanti della successiva rivoluzione agricola, quando i cereali selvatici furono coltivati per fornire fonti di cibo più convenienti”

Naturalmente questa scoperta ha aperto a numerosi interrogativi ancora tutti da risolvere: cxhe ruolo aveva questo pane nella dieta di queste comunità preistoriche? Era un cibo abituale sulla tavola o una rara concessione?

“Adesso resta da verificare se la produzione e il consumo di pane da cereali selvatici abbia o meno influenzato la comparsa delle prime colture domestiche”, ha osservato il primo autore della ricerca, l’archeo-botanico Amaia Arranz Otaegui, dell’università di Copenaghen.

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