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Pillola dei 5 giorni dopo: in farmacia non serve la ricetta

VEB

In Italia l’aborto è una pratica legale, eppure la maggior parte dei medici si dichiara obiettore di coscienza e moltissime donne sono costrette, in molte regioni d’Italia, a fare anche diverse centinaia di km per trovare una struttura che accetti di praticare l’interruzione volontaria della gravidanza.

Allo stesso tempo, per chi ha avuto rapporti a rischio, c’è la possibilità di accedere a farmaci che impediscono una eventuale gravidanza, eppure anche attorno a questo argomento c’è tanta, troppa ignoranza: pochi sanno che non occorre neppure l’impegnativa medica per poterli acquistare in farmacia.

Due anni dopo la liberalizzazione della pillola dei 5 giorni dopo, acquistabile in farmacia senza obbligo di ricetta, le donne italiane sono ancora poco informate sulle modalità di accesso: solo 1 su 5 sa che la contraccezione di emergenza (ulipristal acetato) si può acquistare senza ricetta. Mentre l’81% delle italiane vede con favore la possibilità di acquistare la pillola senza ricetta per le maggiorenni, il 79% dichiara di non sapere ancora che l’obbligo è stato tolto.

Questi dati sono emersi da un’indagine condotta da SWG-Health Communication attraverso un questionario a cui hanno risposto 500 donne tra i 18 e i 40 anni, rafforzata da una web discussion condotta all’interno dello stesso segmento di donne.

Che siano o meno consapevoli dell’avvenuta cancellazione dell’obbligo di ricetta per il 50% delle donne è più facile oggi acquistare gli anticoncezionali d’emergenza rispetto agli anni passati.

Ma le donne conoscono le differenze tra la ‘vecchia’ pillola del giorno dopo (Norlevo) e il farmaco di ultima generazione (ellaOne)? Dall’indagine risulta che solo il 17% delle donne italiane dichiara di conoscerle (molto e abbastanza). Quindi solo una ristretta minoranza è informata sulle differenze tra le due generazioni di farmaco.

Emerge quindi la necessità che medici e farmacisti forniscano una maggiore informazione sulle effettive caratteristiche di questi farmaci, ma anche la necessità di “essere accompagnate nell’acquisto con riservatezza, comprensione ed empatia”.

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