Pokemon Go, il gioco diventato virale, è oggetto dell’anatema dell’Islam.
Il centro islamico Al Azhar del Cairo, considera pericoloso il gioco e chiede che sia proibito perché blasfemo e contro l’Islam.
L’esercito Israeliano invece, molto più pragmatico, lo ha proibito ai propri militari perché col gioco si può fare la spia.
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Ma torniamo ai nostri bravi islamici sunniti. Abbas Shouman, vicecapo di Al Azhar, tuona: “Il videogioco influenza la mente in modo negativo e fa male al giocatore e agli altri senza che ve ne sia la consapevolezza”.
“La tecnologia deve essere usata solo quando permette all’uomo di risparmiare tempo e fatica, ma non per diletto. Se lo smartphone diventa un’ossessione, le persone potrebbero trascurare il lavoro e la preghiera”.
Ma l’applicazione, legalmente o illegalmente, si appresta a sbarcare un po’ dappertutto, ovviamente anche in Europa.
Nel frattempo c’è stato un boom di azioni della famosa Nintendo, cui si collega automaticamente il nome Pokemon, e anche della società che ha sviluppato il software, la Unity Technology, che ha guadagnato finora 181 milioni di dollari.
Basterà qualche Imam a fermare il gioco che si avvia ad essere fra i più diffusi al mondo? Non crediamo, ma stavolta gli Imam potrebbero non avere tutti i torti.
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