Rom di Prato si sono visti restituire il loro tesoro milionario

VEB

La notizia, nei mesi scorsi, aveva fatto scalpore: la comunità rom di Prato, ufficialmente nullatenente e sovvenzionata dal comune, aveva in realtà un tesoro nascosto di diversi miliardi, stando a quanto sequestrato dalle forze dell’ordine, oltre naturalmente a quanto potevano tenere ancora celato.

La decisione del sequestro inziale era scattata “dopo aver valutato la perdurante pericolosità sociale di sette appartenenti allo stesso nucleo familiare di etnia Rom che nel tempo, servendosi anche di prestanome, sono riusciti a disporre di beni per un valore evidentemente sproporzionato rispetto ai redditi percepiti e dichiarati”.

Ma, a sorpresa, in queste ore arriva il contrordine: dovranno essere restituiti alle due famiglie rom coinvolte nell’inchiesta i beni sequestrati nel giugno dello scorso anno.

La Procura chiedeva la confisca, mentre il Tribunale ha ordinato la restituzione di case, conti correnti, polizze e libretti postali per 2.412.000 euro ai rom motivando la decisione col fatto che sarebbe passato troppo tempo dalla commissione dei reati per i quali alcuni membri del gruppo sono stati condannati (76 per 7 di loro in particolare) e l’acquisto dei beni, e dunque non ci sarebbe stata la prova che i beni sono stati acquistati col provento dei furti.

Il procuratore Giuseppe Nicolosi ha fatto comunque sapere che chiederà la sospensione dell’ordinanza disposta dal Tribunale di Prato.

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