Se ne sono accorti tutti i giornali internazionali, ed ora se ne è accorta finalmente anche l’amministrazione comunale: la Capitale è sommersa dai rifiuti e l’emergenza è talmente grande che si rischia addirittura il commissariamento.
Da giorni il presidente dell’Ama Spa, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti nella Capitale, sta scrivendo a tutte le istituzioni, prefettura in primis, pur di ottenere risposte che non arrivano: ci sono “circa 2.000 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati che non potranno essere raccolte per indisponibilità, allo stato, di siti alternativi di conferimento”.
Il blocco si è creato alla discarica di Colleferro, cittadina a sud di Roma, dove vengono portate ogni giorno circa 2.200 delle 3.000 tonnellate di indifferenziato prodotto dalla Capitale.
“Se il Comune non individuerà nelle prossime ore soluzioni che gli competono per i compiti di raccolta e smaltimento, useremo i poteri sostitutivi per superare la loro inerzia”, ha dichiarato l’assessore al ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani.
Dal canto suo la sindaca Virginia Raggi fa sapere che “nell’inerzia della Regione Lazio sta lavorando a un’ordinanza che autorizzi il conferimento di una maggiore quantità di rifiuti urbani nella discarica di Civitavecchia (dove Ama già smaltisce parte dei rifiuti urbani di Roma)”.
Ma intanto è già scoppiata la crisi politica e si attendono, nelle prossime ore, nuovi sviluppi.
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