Quando muore una persona cara il dolore è lacerante e spesso non si ha neppure la lucidità per affrontare consapevolmente i momenti precedenti alla sepoltura, ma ci sono dei riti talmente radicati nella cultura e nella tradizione che vengono eseguiti in modo quasi meccanico.

Nella maggior parte delle case, ad esempio, soprattutto delle regioni del sud Italia, quando muore qualcuno si suole coprire gli specchi con panni scuri.
Ma da dove nasce questa usanza?
Essenzialmente nelle credenze popolari si è convinti che gli specchi, duplicando la realtà, sarebbero in grado di imprigionare l’anima nell’immagine riflessa.
Di qui l’usanza di coprire gli specchi alla morte di qualcuno per permettergli di raggiungere l’aldilà.
Qualcun altro, invece, crede che l’anima nel lasciare il corpo del Defunto potrebbe impressionarsi nel vedere se stessa, e di conseguenza smarrirsi e non trovare facilmente la strada per andare verso la Luce.
Credenza che è collegata anche a quella di aprire le porte e le finestre, per permettere all’anima di uscire: se questo non viene fatto, l’anima non troverebbe pace e addirittura rimarrebbe in casa.