Trovato asintomatico contagioso per oltre 70 giorni

VEB

I ricercatori lanciano l’allarme su un caso straordinario in cui un paziente leucemico che è stato infettato da Covid-19 ha emesso particelle virali infettive per 70 giorni senza presentare alcun sintomo.

Il team medico lo ha descritto come “il caso più lungo di chiunque sia stato attivamente infettato da SARS-CoV-2 pur rimanendo asintomatico”.  

La donna ha presentato zero sintomi di Covid-19 durante la sua infezione prolungata, ma si è scoperto che continuava a diffondere particelle virali 70 giorni dopo il suo primo test positivo. Questo è molto più lungo dei record precedentemente riportati di circa 20 giorni di perdita dopo un test iniziale positivo. 

Il team medico ha rilevato, isolato e monitorato la donna anziana a cui era stata precedentemente diagnosticata la leucemia linfocitica cronica (CCL) quando un test con tampone ha rilevato il coronavirus nel suo sistema. È risultata positiva per la prima volta al Covid-19 il 2 marzo dopo essere stata ricoverata in ospedale con grave anemia. È poi risultata positiva altre 13 volte nonostante non mostrasse sintomi.

Trovato asintomatico contagioso per oltre 70 giorni

Resoconti precedenti hanno riscontrato che le persone diffondevano materiale virale infettivo fino a 63 giorni dopo essere diventate sintomatiche, ma la scarsità di sintomi in questo caso lo rendeva particolarmente preoccupante. 

Si aggiunge a un crescente corpo di ricerca che sembra indicare che i pazienti asintomatici con coronavirus con sistema immunitario compromesso, come i malati di cancro o quelli sottoposti a qualche forma di terapia immunosoppressiva, sembrano liberarsi del virus per molto più tempo della media. 

“Sebbene sia difficile estrapolare da un singolo paziente, i nostri dati suggeriscono che la diffusione a lungo termine di virus infettivi può essere una preoccupazione in alcuni pazienti immunocompromessi”, ha scritto il team di ricerca nel loro articolo.

Precedenti ricerche sulla sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e sui coronavirus stagionali hanno anche dimostrato che le persone immunocompromesse tendono a liberare particelle virali per un periodo di tempo prolungato. 

La principale preoccupazione con Covid-19 è determinare la prevalenza di casi asintomatici, in particolare tra gli immunocompromessi, poiché questi potrebbero complicare le misure di mitigazione del virus a lungo termine.

Questo indica che, molto probabilmente, il virus infettivo diffuso dal paziente sarebbe ancora in grado di stabilire un’infezione produttiva nei contatti dopo la trasmissione”, hanno scritto i ricercatori.

I medici che hanno curato la donna hanno colto l’opportunità di studiare come il virus muta nel corpo umano di un’infezione così lunga e hanno scoperto che, mentre una serie di varianti virali dominava in certi punti, nessuna si bloccava e il turnover delle mutazioni era alto. 

I ricercatori avvertono, tuttavia, che questo è un caso isolato e che sarebbero necessarie molte più ricerche per trarre conclusioni più diffuse sulla diffusione virale persistente nei pazienti con Covid-19 immunocompromessi.

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