Umberto Eco, l’addio laico al Castello Sforzesco

VEB

Centinaia le persone giunte al Castello Sforzesco, a Milano, all’ultimo saluto laico a Umberto Eco. Il feretro è stato posto sotto il portico tra le corone inviate dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e dal premier Matteo Renzi. A ricoprire la bara dell’intellettuale scomparso venerdì all’età di 84 anni la toga dell’Università di Bologna, dove Eco era professore da oltre 40 anni.

“Non aveva niente di speciale se non che quando arrivava lui era tutto speciale, c’era un luccichio, arrivava un vento che faceva bene al mondo. Peccato che non ci sia più perché di persone come lui ce n’è più bisogno sulla Terra. Nel cielo ci sono sempre tante di belle persone, qua ne rimangono sempre poche”, ha detto Roberto Benigni ricordando l’amico Umberto Eco, dopo essersi messo in coda in piazza del Cannone assieme ai milanesi.

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, nel corso della cerimonia, ha dedicato un discorso all’intellettuale: “Caro Umberto, tutto il mondo ha parlato di te, del tuo essere, di quanto hai donato a tutti noi. Altri oggi parleranno di un grande, indimenticabile genio, come sei stato, come sarai ancora tu. Io parlerò di un uomo, non solo della sua cultura, ma della sua leggerezza, che non è superficialità”.

Tra i momenti più toccanti della cerimonia l’intervento del giovane Emanuele Eco, 15 anni, il primo nipote, figlio di Stefano Eco: “Mi hanno sempre chiesto, caro nonno, che cosa provavo ad essere nipote di un uomo così grande. E io non sapevo bene spiegare. Oggi, ripensando a tutto quel che mi hai regalato, i nostri viaggi, i libri, la musica, le parole crociate fatte assieme, ecco, oggi, lo capisco e lo trasmetterò a mio fratello Pietro, a mia cugina Anita. Mi ha riempito di orgoglio essere tuo nipote”.

Presenti anche numerosi artisti e intellettuali, come Moni Ovadia la regista Andree Ruth Shammah,  Aldo Grasso, Stefano Bartezzaghi, Mario Andreose ed Elisabetta Sgarbi, con i quali aveva intrapreso la creazione della nuova casa editrice “La nave di Teseo”.

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