Good Kill: terrorismo, un Top Gun depresso e tanta retorica nel film di Niccol

VEB

Giovedì 25 febbraio esce nelle sale italiane il film Good Kill di Andrew Niccol.

Il regista neozelandese per il titolo del suo film ha rubato ai militari americani l’espressione “Good Kill”, ossia “un colpo andato a segno”, un “buon tiro”.

Nel film i colpi che vanno a segno seminando morte, sono sparati da modernissimi droni, macchine piccole e invisibili.

Precisi e puntuali come la “morte”, i droni sorvolano a tre chilometri da terra le aree devastate dalle “guerre al terrorismo”.

Dall’Afghanistan allo Yemen, i droni si muovono in silenzio con il loro carico di missili balistici ad alta precisione per sterminare qualsiasi cosa si muova.

Che sia un bimbo, un cane, un villaggio, un drappello di persone innocue o una formica, non ha importanza: loro devono uccidere.

A manovrare le macchine della morte, un Top Gun del tremila: il comandante Tommy Egan interpretato da Ethan Hawke.

Egan è un ex pilota di F-16 dell’aeronautica militare americana che smette di volare per chiudersi in una cabina di regia in Nevada.

Lui la sua guerra sanguinaria la combatte davanti a una consolle con uno Joystick in mano, proprio come se stesse giocando a un videogame.

Se ne sta li, comodamente seduto, con tutti i confort. Il suo sembra essere il lavoro banale di un comune impiegato. A combattere questa guerra apparentemente virtuale, non rischia nulla.

Almeno fisicamente, perché anche se non salta in aria come le centinaia di vittime che riesce a mietere muovendo solo quello Joystick, anche Tommy lentamente muore dentro. La depressione si insinua.

Le domande non gli danno tregua. “Con queste efferate operazioni in realtà non stiamo creando più terroristi di quanti ne stiamo uccidendo?”, chiede Egan alla sua co-pilota.

Una domanda che nell’intento del regista dovrebbe essere una denuncia all’interminabile guerra in Medio Oriente.

Una domanda, a dire il vero che sa di retorica perché la risposta è sì, mille vole “sì”. E questo lo sanno tutti.

Una denuncia moralistica tutta “Made in Usa” che sa di stantio. Ed è forse per questo, che nonostante gli effetti speciali e la bontà di alcune interpretazioni, la critica ha accolto con un tantino di freddezza “Good Kill”.

Gli altri attori del cast sono Bruce Greenwood,January Jones, Zoë Kravitz, Jake Abel.

La fotografia è curata da Amir M. Mokri, mentre la distribuzione è affidata alla Barter Entertainment.

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