Un cane fa bene allo spirito e alla salute

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Scegliere di avere come altro componente familiare un cane, non è semplice perchè come un membro della propria famiglia, va accudito, ascoltato, capito e perchè no coccolato, ma il cane oltre ad essere il miglior amico dell’uomo e ad essere un fedele amico, ci aiuta anche a vivere meglio e a stare meglio in salute, lo conferma uno studio scientifico che rivela quanto faccia bene alla nostra salute avere un cane in casa.

Chi decide di prendere un cane deve essere consapevole che sta prendendo una creatura spesso esigente, con cui vivrà (in media) per i prossimi 10-15 anni, una creatura che da piccola fa ogni genere di danno. L’apparenza angelica del batuffolo quadrupede spesso infatti nasconde un essere che ha bisogno di essere portato fuori (tante volte e in qualsiasi condizione atmosferica) e che talvolta nasconde dentro di sé un’anima diabolica: fa pipì e pupù in casa, mangia tutto quello che trova in giro, di notte piange.

Il cane, inoltre, richiede organizzazione, ed anche solo se si vuole partire per un paio di giorni bisogna sapere a chi lasciarlo in totale serenità e se si vuole portarlo con sé, bisogna trovare posti dove sarà ben accolto.

Bisogna anche sapere che avere un cane è un impegno economico importante, oltre all’eventuale costo di acquisto se si prende un cane di razza da un allevamento.

Ma, nonostante questi “contro” che non sono da poco, in tantissimi scelgono di avere un compagno a quattro zampe: una scelta che deve essere ben ponderata ma che, una volta fatta, cambia irrimediabilmente la vita, ma in positivo, come conferma anche la scienza.

Uomo e cane un binomio che fa bene anche alla salute

Uomo e cane un binomio che fa bene

Il più fedele amico dell’uomo potrebbe addirittura anche contribuire ad allungarci la vita e a proteggerci dall’infarto. E’ quanto suggeriscono i risultati di una ricerca svedese, pubblicata su Scientific Reports.

Gli autori dello studio sono andati ad esaminare, nei registri nazionali (compresi quelli dei proprietari di animali, istituiti in Svezia nel 2001), i dati relativi ad oltre 3,4 milioni di cittadini svedesi di età compresa tra i 40 e gli 80 anni, e senza precedenti di patologie cardiovascolari ,allo scopo di valutare la correlazione tra l’essere proprietari di una cane e la salute cardiovascolare, nell’arco di 12 anni di follow-up.

E’ quindi emerso che chi possedeva un cane era a minor rischio di morte per cause cardiovascolari ed anche per altre cause. I risultati sono ancor più prominenti per i single: i single possessori di cane hanno un rischio di morte inferiore del 33% rispetto ai coetanei single senza cane; e un rischio di malattie cardiovascolari dell’11% ridotto.

Ma ci sono differenze, rispetto all’effetto protettivo dal rischio cardiovascolare, anche tra una razza di cani e l’altra. I cani più ‘amici’ del cuore risultano essere, stando ai risultati di questo studio, quelli delle razze da caccia.

Ma in che modo i quattrozampe proteggono la salute delle persone? Se possedere un cane favorisce l’attività fisica, i ricercatori ammettono che potrebbe essere valido anche il contrario: le persone attive sarebbero così più inclini a scegliere di dividere la vita con un cane.

Ma l’effetto protettivo del pet potrebbe essere legato anche al fatto di favorire il contatto sociale, tra passeggiatine e chiacchierate al parco, o il benessere dei proprietari con coccole e feste. E si sospetta che un ruolo possa essere giocato anche dal microbioma (microrganismi nell’intestino): avere un cane potrebbe modificare, in senso benefico, il microbioma batterico del proprietario.

Claudio Cricelli, presidente nazionale Simg (Società Italiana di Medicina Generale), ha commentato all’Adnkronos Salute i risultati dello studio svedese, e ha aggiunto che vi sono anche molti altri studi a supporto della medesima tesi.

Per Cricelli i benefici legati al fatto di vivere con un cane non sono una leggenda metropolitana: «Migliora lo stato psicofisico, lo stress si riduce, il tono dell’umore ne risente in positivo. Ed essendo le malattie cardiovascolari le più diffuse, sono le prime a risentire della presenza di un quattrozampe».

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