Vaccini, in Italia ancora 30 mila bambini “fuorilegge”

VEB

Come ci ha tenuto più volte a sottolineare il ministero della Salute, per spiegare le sue recenti scelte, la soglia di copertura vaccinale raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per raggiungere la c.d. immunità di gregge è pari al 95%. Se la quota di individui vaccinati all’interno di una popolazione raggiunge questo valore, si arresta la circolazione dell’agente patogeno. Il raggiungimento di tale soglia consente, quindi, di tutelare anche i soggetti fragili che, a causa delle loro condizioni di salute, non possono essere vaccinati.

Purtroppo, la copertura media nazionale delle vaccinazioni è oggi pericolosamente sotto le soglie raccomandate dall’OMS: per rendere l’idea delle conseguenze, dall’inizio del 2017 sono stati segnalati 3.670 casi di morbillo e 3 decessi, con un incremento di oltre il 500% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante la sotto-notifica.

Ecco perché, prima dell’inizio di questo anno scolastico, il Ministero ha approvato l’obbligo vaccinale, di dieci differenti vaccini, per poter inserire il proprio bambino a scuola.

Le dieci vaccinazioni obbligatorie sono diventate quindi un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni).

Ma, attualmente, qual è la situazione generale, soprattutto visto che il 10 marzo scade il termine per la consegna alle scuole dei documenti che certifichino la vaccinazione dei bambini?

Secondo una stima della Società italiana di igiene potrebbero essere 30mila i bimbi sotto i sei anni non in regola.

Vaccini, in Italia ancora 30 mila bambini fuorilegge

Vaccini, in Italia ancora 30 mila bambini fuorilegge

Al momento numeri certi non ce ne sono – spiega all’Ansa Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene -, l’unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nel periodo 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola. Difficilmente però non verranno riammessi a scuola, ci sono Regioni che hanno una proroga perché hanno l’anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d’ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all’esclusione. I conti si potranno fare solo a giugno“.

La stima che parla di circa 30mila bambini non in regola pare suffragata dai dati forniti dalle Regioni. Solo in Piemonte, ad esempio, ci sarebbero 1200 bimbi a rischio, mentre 38.800 sarebbero a rischio multa. In Veneto a inizio febbraio erano 8800.

Intanto a Milano, città dove il comune non ha previsto questo tipo di dilazioni, sono 40, su 33 mila, i bambini di nidi e materne comunali che lunedì rischiano di rimanere fuori dalle classi, visto che le famiglie non hanno prodotto il certificato di avvenuta vaccinazione e quindi non hanno rispettato l’obbligo di legge.

La situazione però non è affatto drammatica, anzi. “La sensazione è che ci sia stato un bel recupero – conferma Signorelli -, l’obbligo ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge sull’obbligo e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato. I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali, che in quasi tutti i casi sono riusciti a far fronte alla domanda pur non avendo risorse aggiuntive“.

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