Apnee notturne, il 4% degli uomini ne soffre

VEB

La sindrome delle apnee notturne è un disturbo relativamente comune, in cui la respirazione del paziente si interrompe una o più volte, oppure rallenta eccessivamente, durante il sonno.

Quando si parla di apnee quindi si fa riferimento in sostanza di interruzioni della normale respirazione(apnea significa non respirare, come quando ci si immerge sott’acqua) della durata di pochi secondi fino a 30/40, del tutto involontarie (avvengono durante il sonno, quindi normalmente durante la notte). Possono essere sporadiche o molto numerose, in sequenza, anche 50/60 all’ora, sempre seguite da semirisvegli (arousal) e a volte da inspirazioni rumorose e movimenti scomposti che possono anche spaventare chi li osserva o ne viene svegliato (partner di letto o figli).

Generalmente le apnee sono divise in centrali e ostruttive. Quelle del primo tipo sono dovute ad un disturbo dei centri nervosi che controllano l’automatismo del respiro: in tali casi si arresta l’impulso nervoso che fa muovere i muscoli respiratori. La forma più nota apnea notturna centrale è la cosiddetta “Sindrome di Ondina” che deve il nome ad una leggenda nordica secondo la quale una  maledizione avrebbe obbligato l’uomo che aveva tradito la ninfa Ondine a stare per sempre sveglio poiché non avrebbe respirato durante il sonno e sarebbe morto.

In quelle ostruttive, invece, l’episodio apnoico è dovuto ad un improvviso blocco meccanico  delle vie respiratorie durante il sonno.
Rappresentano la forma più comune della patologia, con  un incidenza del 2% della popolazione femminile e 4% della maschile.

Più colpiti sono i soggetti in sovrappeso od obesi o con conformazioni del collo o della mandibola particolari, ma può interessare tutti, anche i bambini. Il russamento è il tipico segno che porta la persona dal medico, ma spesso su insistenza dei familiari, disturbati da questo rumoroso atteggiamento.

Le apnee notturne costituiscono un disturbo lieve solo in apparenza: difatti, il rischio di complicanze aumenta esageratamente quando gli episodi di apnee notturne divengono frequenti e il tempo di interruzione del respiro piuttosto lungo. Tra le complicazioni più allarmanti, spiccano i disturbi cardiovascolari come ipertensione, ictus, fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca congestizia.

apnee notturne gli uomini ne soffrono

Secondo uno studio durato due anni (2016-2017) sulla più ampia popolazione italiana mai studiata per questa patologia – 11mila autotrasportatori italiani maschi – sarebbe soprattutto la popolazione maschile tra i 40 e i 70 anni ad essere colpita e si stima che circa 6 milioni di uomini in età lavorativa siano affetti da Osas.

I dati completi saranno presentati a Roma durante il Convegno “Prevenzione dell’Osas: guadagno in benessere e salute e risparmio nella vita e sul lavoro“, che farà da apripista alla Giornata mondiale del sonno, in programma il 16 marzo.

La ricerca sottoline come oltre la metà degli autotrasportatori italiani (55%) è a rischio di Osas, e chi già ne soffre presenta un rischio 7 volte maggiore di avere scarse performance lavorative. Senza contare il rischio – doppio – di incorrere in incidenti stradali e il costo che grava sulla società per la mancata prevenzione, diagnosi e trattamento della Osas: “Se in Italia i cinque-sei milioni di potenziali pazienti Osas venissero adeguatamente trattati – spiega Sergio Garbarino, responsabile scientifico dello studio – permetterebbero un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di euro, quasi l’equivalente dell’ultima manovra finanziaria”.

Abbiamo ormai certezza che i pazienti che vengono trattati migliorano sicuramente la loro qualità di vita e benessere” – sottolinea la pneumologa Dottoressa Loreta Di Michele esperta di disturbi del sonno – “inoltre è importante sottolineare che i pazienti con le forme più gravi della malattia, se adeguatamente trattati, presentano una maggiore aspettativa di vita rispetto a chi non viene curato”.

Cosa fare quando si pensa di avere questo problema? Prima di tutto parlarne col proprio medico, il quale se lo ritiene vi prescriverà una polisonnografia (un test effettuabile anche al domicilio che registra tutti gli avvenimenti che accadono al nostro corpo durante il sonno, persino le posizioni).

In caso di positività dell’esame è necessario rivolgersi a centri specializzati in questo campo in modo da essere informati dettagliatamente sulla patologia. Le apnee notturne si “curano” in modi differenti a seconda delle cause scatenanti. I rimedi, solitamente, spaziano da una variazione dello stile di vita (fondamentalmente, adozione di abitudini più sane: riduzione o eliminazione di fumo e alcolici, attività fisica, cena leggera) sino all’uso di apparecchi ortodontici e/o dispositivi per la respirazione.

Nei casi più gravi, si ricorre all’uso di apparecchiature chiamate CPAP che eliminano completamente il problema insufflando aria nelle via aeree in maniera molto semplice ma anche ad interventi chirurgici di toilette del palato.

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