Napoleone Bonaparte è ancora oggi sinonimo di uomo basso e ambizioso, tanto da aver dato il nome al famoso “complesso di Napoleone“. Ma l’Imperatore dei Francesi era davvero di bassa statura o siamo di fronte a una delle campagne di disinformazione più riuscite della storia? È ora di fare chiarezza.
Questa percezione ha alimentato per secoli uno stereotipo dannoso, ma le prove storiche raccontano una storia molto più complessa e interessante, che mescola propaganda, differenze culturali e psicologia.

Quanto era alto Napoleone? I numeri e la propaganda
Contrariamente a quanto si crede, Napoleone non era affatto un uomo “nano”. Le fonti più attendibili, inclusi i registri della sua autopsia, riportano una statura di circa 168 centimetri. Allora, da dove nasce l’equivoco? La confusione deriva principalmente dalla differenza tra i sistemi di misurazione dell’epoca.
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L’altezza fu registrata in “piedi” e “pollici” francesi (pieds e pouces), che erano leggermente più lunghi delle loro controparti inglesi. Se convertita correttamente, la sua statura era nella media, se non leggermente superiore, a quella di un uomo francese del primo Ottocento.
A creare il mito del “piccolo caporale” contribuì in modo decisivo la propaganda britannica. Il celebre caricaturista James Gillray, che non vide mai Napoleone di persona, fu uno dei principali artefici di questa immagine. Nelle sue vignette, l’imperatore veniva costantemente ridicolizzato come “Little Boney”, un ometto infantile e capriccioso. Una delle sue opere più famose, del 1803, mostra Re Giorgio III mentre osserva un minuscolo Napoleone nel palmo della sua mano. Questa immagine, potente e facile da ricordare, si radicò nell’immaginario collettivo europeo.
Dal mito al “complesso”: la nascita di uno stereotipo
Il soprannome “le petit caporal” (il piccolo caporale) gli fu dato affettuosamente dai suoi stessi soldati, ma fu la percezione pubblica a trasformarlo in un’arma denigratoria. L’idea che gli uomini bassi compensino la loro statura con aggressività e brama di potere prese piede all’inizio del XX secolo, quando gli psicologi iniziarono a teorizzare il “complesso di Napoleone”.
Questo concetto si legò alle teorie dello psicoanalista Alfred Adler, che negli anni ’20 introdusse il “complesso di inferiorità”. Adler lo usò inizialmente per descrivere come i bambini, sentendosi piccoli e impotenti, sviluppassero un desiderio di dominare il proprio ambiente. L’associazione con la figura, ormai stereotipata, di Napoleone fu quasi automatica.
Oggi, tuttavia, non esistono prove scientifiche solide che confermino l’esistenza reale di questo complesso. Anzi, sociologi e psicologi moderni lo considerano un esempio di heightism, ovvero la discriminazione basata sull’altezza. Studi recenti, come un’analisi pubblicata su Social Science Quarterly, hanno invece dimostrato come gli stereotipi legati alla statura possano influenzare negativamente la qualità della vita, il reddito e le relazioni sociali degli uomini.
In conclusione: un’eredità distorta
La verità è che Napoleone Bonaparte fu vittima di una fake news storica costruita ad arte dai suoi nemici. La sua presunta bassa statura è un mito basato su conversioni errate e su una potente propaganda politica che ha resistito per oltre due secoli. L’idea del “complesso di Napoleone” non ha fondamenti scientifici, ma ci ricorda quanto possano essere persistenti e dannosi gli stereotipi.
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