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Viviamo in una simulazione: Uno scienziato italiano risponde

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L’ipotesi della simulazione: credenza o realtà scientifica?

L’idea che l’universo in cui viviamo possa essere una simulazione elaborata, come quella mostrata in film iconici come The Matrix o The Truman Show, ha catturato l’attenzione di filosofi, scienziati e appassionati di tecnologia per decenni. Ma quanto è scientificamente plausibile questa teoria nel 2025?

Secondo una nuova ricerca condotta dal professor Franco Vazza, astrofisico dell’Università di Bologna, vivere in una simulazione è altamente improbabile, almeno secondo le leggi fisiche conosciute.

Viviamo in una simulazione Uno scienziato italiano risponde

Cosa dice la teoria?

L’ipotesi della simulazione è stata resa celebre dal filosofo Nick Bostrom, docente all’Università di Oxford, che nel suo celebre paper del 2003 ha proposto tre possibili scenari:

  1. L’umanità si estinguerà prima di sviluppare simulazioni avanzate.
  2. La civiltà potrebbe raggiungere quella capacità tecnica, ma scegliere di non usarla.
  3. Le simulazioni saranno create in massa e, statisticamente, è più probabile che noi siamo in una di esse.

Secondo questa logica, se esistessero miliardi di simulazioni, la probabilità di trovarsi in quella “originale” sarebbe pressoché nulla. (Fonte: Oxford Future of Humanity Institute)


L’analisi scientifica di Franco Vazza: il nodo è l’energia

Il professor Vazza ha voluto verificare quanto questa teoria sia compatibile con la fisica, concentrandosi sul costo energetico necessario a mantenere una simulazione dell’intero universo, o anche solo della Terra.

In uno studio pubblicato su IFLScience, lo scienziato ha calcolato l’energia necessaria per replicare digitalmente ogni particella e interazione della nostra realtà. Il risultato? Le quantità di energia richieste superano di gran lunga quelle disponibili anche in un’intera galassia.

“In tutti i modelli analizzati, il consumo energetico di una simulazione sarebbe astronomicamente alto, anche con la più bassa risoluzione”, ha dichiarato Vazza. (Fonte: IFLScience)

Secondo i suoi calcoli, una simulazione dettagliata della sola Terra richiederebbe l’equivalente dell’energia necessaria per separare tutte le stelle e la materia della Via Lattea. Anche una versione “semplificata”, che simulasse solo ciò che gli esseri umani possono osservare direttamente, risulterebbe energeticamente insostenibile.


Simulazione olografica? Il parere della fisica teorica

Alcuni teorici, come la professoressa Marika Taylor, suggeriscono invece modelli alternativi, come l’ipotesi olografica: il nostro universo sarebbe una “proiezione” di dati codificati su una superficie bidimensionale. Questa teoria, ispirata alla meccanica quantistica e alla teoria delle stringhe, resta oggetto di studi avanzati (Fonte: Nature Physics).


Anche l’informazione ha una massa?

Un’altra voce rilevante nel dibattito è quella del professor Melvin Vopson, che ha ipotizzato che l’informazione possa avere massa fisica, suggerendo così un legame diretto tra informazione, materia e realtà simulata. Vopson ha persino menzionato riferimenti religiosi come la Bibbia, ipotizzando che testi sacri contengano allusioni a un universo simulato, sostenendo che l’intelligenza artificiale potrebbe esserne il “programmatore”.

Tuttavia, queste idee rimangono speculative e non trovano al momento conferma empirica nel panorama scientifico mainstream.


Conclusione: un universo troppo caro per essere simulato

Alla luce degli studi energetici e dei limiti della fisica, vivere in una simulazione appare oggi altamente improbabile. Secondo Vazza, “solo universi con proprietà fisiche radicalmente diverse dalle nostre potrebbero teoricamente produrre una simulazione di questo tipo”.

Come spiegato nella sua analogia con Pac-Man, i personaggi all’interno del videogioco non potranno mai comprendere le regole esterne che governano il loro mondo. Allo stesso modo, se fossimo davvero simulati, non avremmo alcun modo per scoprirlo.

In sintesi: se vivessimo in una simulazione, sarebbe la più costosa mai costruita – e nessuno saprebbe il perché.


Fonti Autorevoli

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